Foto: Reuters
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Nel corso del dibattito sui diritti fondamentali e lo stato di diritto in Slovenia, gli eurodeputati hanno sottolineato, tra l'altro, la pressione politica sulle istituzioni indipendenti e i tentativi di mettere a tacere i media critici nel Paese con tagli di finanziamenti. In Slovenia si percepiscono ancora minacce alla democrazia - hanno precisato - nonostante i passi avanti in alcune questioni chiave. Problematiche, inoltre, le molestie online e azioni legali strategiche contro la partecipazione del pubblico.
Romana Tomc, del Partito popolare europeo, ha difeso il governo sloveno, affermando che i problemi dello stato di diritto derivano dal sistema precedente. Secondo le sue parole, il dibattito a riguardo è stato inserito all'ordine del giorno come l'ennesimo tentativo dell'opposizione di danneggiare l'esecutivo.
Fortemente critici i liberali: il sabotaggio dell'iter di nomina dei procuratori delegati europei, a causa dell'intromissione diretta del primo ministro, rappresenta una violazione dell'indipendenza della magistratura.
Secondo i Verdi, lo stato di diritto in Slovenia è minacciato ed è inaccettabile che le minacce arrivino direttamente dal premier e dal suo partito. I Verdi hanno espresso anche preoccupazione per la libertà di parola e dei media nel Paese.
I socialisti hanno sottolineato l'importanza del rispetto dei valori europei e degli standard democratici. La nomina dei procuratori delegati europei è un passo nella giusta direzione che comunque avrebbe potuto essere fatto prima.
Tanja Fajon, dalle file dei socialdemocratici, ha avvertito che all'Europarlamento si sta discutendo già per la seconda volta della Slovenia - un segno che nel Paese c'è seriamente qualcosa che non va. "Spero che i procuratori delegati siano in grado di affrontare i casi senza censura generale di parzialità e senza i tentativi del governo di discreditarli e revocare loro l'incarico", ha detto Fajon.
Il gruppo di destra Identità e democrazia, al contrario, ha precisato che la Slovenia è uno stato indipendente, dove le istituzioni operano nel modo giusto.
Gli euroscettici del gruppo dei conservatori e riformisti hanno salutato la nomina dei procuratori delegati europei, nonostante il ritardo.
Intanto il commissario alla Giustizia, Didier Reynders, si è detto dispiaciuto per l'improvvisa riduzione dei fondi di bilancio per il sistema giudiziario "dopo che il livello di finanziamento è già stato concordato, senza aver prima consultato i tribunali, il Consiglio della magistratura e la Procura della Repubblica".


E. P.