Foto: EPA
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Un uomo ha bruciato un Corano all'esterno della moschea della capitale svedese Stoccolma, un evento che rischia di riaccendere la tensione tra Svezia e Turchia in ottica NATO, dopo che la polizia ha dato il permesso alla protesta. L'uomo è stato poi denunciato per discriminazione contro un gruppo etnico o nazionale. Una serie di manifestazioni avvenute nel Paese contro l'Islam e i diritti dei Curdi hanno offeso la Turchia, che potrebbe ritirare il suo appoggio all'entrata del paese scandinavo nella NATO. Come si ricorderà la Svezia ha chiesto l'entrata nell'Alleanza Atlantica poco dopo l'inizio della crisi ucraina, l'anno scorso, ma Ankara, membro dell'Alleanza, ha finora bloccato il processo di adesione accusando Stoccolma di dare asilo ai curdi del PKK, che considera terroristi e dei quali ha chiesto l'estradizione. Il Ministro degli Esteri turco Fidan ha condannato il rogo del Corano affermando che è inaccettabile dare il permesso a proteste anti islamiche nel nome della libertà di espressione. Circa 200 persone erano presenti al rogo del Corano, che è stato prima calpestato e poi riempito di prosciutto e quindi dato alle fiamme. Un uomo di etnia araba è stato arrestato per avere tentato un lancio di pietre. Dopo che il libro è stato bruciato la polizia ha denunciato l'uomo per discriminazione contro un gruppo etnico o nazionale e per violazione sulle leggi sul fuoco libero, in vigore nella città dalla metà di giugno. La polizia aveva precedentemente vietato tali dimostrazioni, ma i tribunali svedesi hanno evidenziato che il divieto infrangeva la libertà di parola. Il Premier Kristersson ha dichiarato che si è trattato di un fatto legale ma inappropriato.

Franco de Stefani