Hojs, inoltre, ha definito inopportune le dichiarazioni del suo omologo lussemburghese Jean Asselborn, anch'egli critico nei confronti della Slovenia per aver rifiutato la solidarietà agli afghani. In merito all'accoglimento dei gruppi vulnerabili dall'Afghanistan, al momento di stanza in Spagna, Hojs ha aggiunto, che il governo sloveno ha già deciso che sosterrà quanti hanno collaborato con l'Ue o la NATO. Il ministro dell'interno ha poi precisato che è da escludere qualsiasi altro ricollocamento, in particolare - ha detto Hojs - "non siamo pronti ad accettare quegli uomini che invece di difendere mogli, figli e persone vulnerabili in casa propria fugge dal paese". Analogamente il ministro dell'Interno austriaco, Karl Nehammer, in una dichiarazione congiunta con i colleghi di Repubblica Ceca, Jan Hamacek, e Danimarca, Mattias Tesfaye ha detto - "Il messaggio più importante da inviare" agli afgani "è restate là, e sosterremo la regione affinché vi aiuti". Il ministro ceco Hamacek ha aggiunto - "Siamo pronti ad aiutare, ma la questione deve essere risolta nella regione. Non vogliamo alimentare speranze che non possono essere soddisfatte".
Parlando della possibilità di stabilire delle quote nell'Unione europea per accogliere i rifugiati afghani, il ministro degli Interni tedesco, Horst Seehofer, ha detto - "Non credo sia molto saggio parlare di numeri, perché i numeri ovviamente innescano un effetto calamita e non lo vogliamo". Il governo federale tedesco ha sempre concordato programmi di insediamento per "persone particolarmente maltrattate" e "siamo pronti anche per questo", ha precisato, esortando l'Ue ad agire "bene e rapidamente" per evitare che si apra una crisi come quella del 2015.


Corrado Cimador


Foto: EPA
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