Foto: MMC RTV SLO/Kaja Sajovic
Foto: MMC RTV SLO/Kaja Sajovic

Per frenare lo spopolamento delle aree di confine tra Italia e Slovenia sono necessari progetti comuni. Il protocollo presentato a Caporetto è un passo in questa direzione. Presenti per parte slovena, oltre ai sindaci interessati, il ministro per lo Sviluppo, Marko Bandelli, e l'europarlamentare Alojz Peterle; da parte italiana, oltre ai primi cittadini, l'assessore del Friuli Venezia Giulia alle Autonomie locali e politiche comunitarie, Pierpaolo Roberti, con i consiglieri regionali Elia Miani e Leonardo Barberio. Roberti ha evidenziato che "i Comuni firmatari di questo protocollo possiedono caratteristiche simili dal punto di vista geografico e affrontano le medesime criticità socio-economiche ed hanno giustamente deciso di collaborare per attuare progetti condivisi, puntando in particolare ai finanziamenti europei". Roberti ha quindi spiegato che "per le aree montane e premontane, come quelle sul confine tra Italia e Slovenia, il calo demografico è un problema di assoluta rilevanza, che può essere contrastato solo offrendo alla popolazione servizi e opportunità di lavoro sul territorio. In merito alla prossima programmazione europea, l'assessore ha anticipato che "con tutta probabilità i fondi messi a disposizione dall'Europa subiranno tagli sostanziali ed è quindi necessario collaborare con la Slovenia per negoziare con Bruxelles in modo da ottenere il finanziamento del maggior numero di progetti possibile". In quest'ambito sicuramente la Regione porrà particolare attenzione agli enti locali che sviluppano progetti transfrontalieri con la vicina Slovenia.
Le idee non mancano. Dall'infrastruttura - piste ciclabili, collegamenti autobus - a cultura e turismo, come la gestione comune delle piste da sci del Canin. L'eurodeputato Lojze Peterle ha rilevato che a Bruxelles i progetti transfrontalieri sono in genere bene accetti, "ma perché abbiano successo - ha concluso - è fondamentale che abbiano il sostegno convinto di entrambi i Paesi".