Foto: Reuters
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Alla partenza serena della più grande campagna vaccinale della storia si oppongono il maltempo e anche gli interessi nazionali.
Dopo il V-day, la giornata simbolica con la vaccinazione dei primi soggetti, perlopiù esponenti di governo e sanitari, l’avvio della vaccinazione di massa vera e propria sembra dover slittare di qualche giorno a causa del maltempo che si è abbattuto su tutta Europa.
Alcune regioni italiane come Piemonte e Liguria hanno già comunicato il rinvio, ma le prime dosi dovrebbero comunque arrivare ed essere somministrate entro l’anno in Italia.
Il Commissario per l’emergenza Domenico Arcuri ha assicurato di aver avuto dalla Pfizer la conferma che le prime 469.950 dosi del vaccino, arriveranno a partire da domani, ma la stessa azienda ha già comunicato il rinvio delle dosi assegnate alla Spagna.
In Italia poi non mancano i dubbi sulla definizione del piano vaccinale, al momento noto solo nelle linee guida, che vedono una vaccinazione progressiva nell’arco di un anno prima di sanitarie over 80, poi over 60, soggetti fragili e insegnanti, a seguire lavoratori dei servizi essenziali e poi tutti gli altri, ma non nel dettaglio.
C’è chi invece, come la Germania, dimostra di volersi muovere con maggior velocità, puntando a riportare il paese alla normalità entro il prossimo autunno e non esitando a prendere iniziative autonome che stanno già creando polemiche e reazioni in Europa: il ministro della Salute tedesco, Jens Spahn, ha confermato che Berlino, che ha già vaccinato più di 20 mila persone grazie alla maggior quantità di dosi ricevute nel V-day, e ha dato via libera all’aumento dei centri di produzione del vaccino Biontech-Pfizer sul suolo tedesco, acquistando due strutture che saranno rapidamente riconvertite alla produzione del vaccino anticovid, in modo da ridurre tempi di consegna e somministrazione in Germania.
Lo stesso ministro ha anche confermato che la Germania, che secondo il piano europeo avrebbe diritto 1,3 milioni di vaccini entro l’anno, contro i poco meno di 500 mila dell’Italia, e poi a 11 milioni di dosi a trimestre, ha proceduto con la Biontech a un'ordinazione supplementare, rispetto alla distribuzione prevista in Europa, di 30 milioni di dosi, alimentando la polemica sulla volontà di Berlino di muoversi in autonomia. L’accordo diretto con l’azienda non sarebbe in realtà consentito dai patti siglati dalla Commissione europea nel giugno scorso, che prevedono invece un’azione congiunta dei 27 stati, per distribuire il vaccino in base al numero di abitanti.

Alessandro Martegani