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Si tratta dell'ultima settimana possibile per concretizzare l'aut-aut: o il voto della May oppure l'uscita dall'Unione europea senza un accordo. Il governo britannico infatti - in base al calendario parlamentare - entro il 21 gennaio dovrà far passare un accordo sulla Brexit. La data limite è stata fissata affiche' l'esecutivo abbia abbastanza tempo a disposizione per trasferire gran parte della legislazione Ue nel suo sistema legislativo o per prepararsi ad un eventuale "no deal". Lo Stato, secondo quando annunciato dal ministro delle Finanze, Philip Hammond, stanzierà altri due miliardi per prepararsi a questo scenario dalle conseguenze ancora imprevedibili che potrebbero essere molto pesanti a livello economico e finanziario.

Theresa May in questo modo cerca di trovare più voti possibili dei parlamentari "responsabili". Ma la decisione del primo ministro di "rimandare il voto sull'intesa Brexit a gennaio", ha fatto scattare l'ira di Jeremy Corbyn, leader del Labour, che ha chiesto alla Camera dei Comuni un voto di sfiducia nei confronti della premier. May infatti non si decideva ad annunciare la data del voto sull'intesa in Parlamento. Ma anche se la mozione passasse, non sarebbe vincolate, rappresenterebbe però un altro duro colpo per il primo ministro. Corbyn ha ancora un asso nella manica: la sfiducia al governo che molto probabilmente arriverà quando l'esecutivo capitolerà sulla Brexit. "Il Parlamento deve votare e pensare ad alternative realistiche", ha detto ancora Corbyn, accusando la May di aver "trascinato il Paese in una crisi nazionale". Numerosi i ministri che hanno proposto un dibattito sulle possibili alternative all'accordo sulla Brexit, nel caso il Parlamento lo respinga, il che è molto probabile.