Foto: Martegani
Foto: Martegani

Probabilmente è il limite di velocità meno rispettato di Trieste. La regolamentazione dei limiti di velocità sulla Grande Viabilità Triestina, la sopraelevata che dal molo Settimo porta fino alla zona industriale e poi su verso Cattinara per collegarsi all’autostrada da una parte, mentre un’altra diramazione porta a Muggia e al confine di Rabuiese, è stato da sempre un tema molto dibattuto fra gli automobilisti triestini, ma una serie di articoli del quotidiano locale il Piccolo hanno portato la questione all’attenzione della politica.
Iniziata nel 1987 e completata nel 2008 negli ultimi tratti di collegamento, la Grande Viabilità, chiamata ufficialmente Statale 202, rappresenta un collegamento fondamentale per chi vuol entrare e uscire dalla città tramite l’autostrada o raggiungere Muggia e la zona industriale evitando il traffico, ma nonostante la struttura, a sensi di marcia separati come un’autostrada, i limiti sono molto bassi, 50 chilometri orari nella maggior parte del tracciato, una velocità che è molto difficile da mantenere per i conducenti che solitamente percorrono quel tratto ad almeno a 70 o 80 chilometri l’ora.
Il motivo di un limite così basso, stabilito nel 2011, viene fatto risalire alla necessità di moderare la velocità in alcune curve, e in generale a un asfalto che diventava molto scivoloso con la pioggia, una condizione a cui contribuivano anche le polveri di grafite generate dall’area della Ferriera di Servola, che la Statale costeggia per alcune centinaia di metri.
Ora però le condizioni sono cambiate: il manto stradale è stato completamente rifatto, non c’è più la Ferriera a produrre la pericolosa polvere, e i tempi sarebbero dunque maturi per prendere atto della situazione, e aumentare i limiti, che vengono fra l’altro regolarmente superati nonostante gli autovelox che vengono piazzati in tre zone precise della superstrada, peraltro con tanto di annuncio preventivo.
La sensazione che si ha, se si prova a percorrere la Statale 202 a 50 chilometri orari, è quella di stare quasi fermi: le altre macchine passano a velocità molto più elevate e non manca addirittura chi suona il clacson per segnalare un’andatura troppo lenta. Non si tratta di una giustificazione, ma di una constatazione di una situazione ormai consolidata, di cui anche la politica locale, che non ha una competenza diretta sul tracciato passato all’Anas, ha preso coscienza: tutti, dal Sindaco all’opposizione, si dicono d’accordo sulla necessità di ridiscutere i limiti, tenendo sempre ben presente la sicurezza, ma considerando anche che la superficie stradale, i fattori esterni e anche le caratteristiche dei veicoli sono cambiati negli anni, e potrebbero consentire di valutare la possibilità di aumentare il limite di 20 o 30 chilometri orari. Anche il numero degli incidenti è sensibilmente calato negli ultimi anni.
Anas ha ricordato che i limiti erano stati imposti sulla base delle condizioni oggettive e delle caratteristiche della strada, che sono però mutate, anche se rimangono delle criticità, come le curve con scarsa visibilità a causa delle barriere antivento, e il traffico dei Tir diretti al porto che spesso crea delle code di fronte alle quali un automobilista può trovarsi all’improvviso, dietro a una curva in prossimità di una rampa di uscita. La strada inoltre ha due sole corsie per senso di marcia e non ha corsie di emergenza, condizioni che rendono difficoltosi gli interventi dei mezzi di soccorso in caso d’incidente.

Alessandro Martegani