Le indagini sono in corso ma non sembrano esserci dubbi sulla dinamica dell’omicidio s suicidio scoperto ieri sera a Trieste.
Le vittime sono due anziani coniugi, Roberto Fabris e Iolanda Pierazzo, entrambi 83 anni, trovati senza vita dai carabinieri, allertati dai vicini, abbracciati sul divano di casa: la donna aveva un foro di proiettile alla tempia, lui, accanto, è morto presumibilmente dopo aver ingerito una dose letale di psicofarmaci.
A far scattare l’allarme, e spingere i vicini a chiamare i Carabinieri, è stato un cartello, notato nel pomeriggio, che era stato affisso, presumibilmente dai due coniugi, alla porta dell’appartamento in una zona residenziale di Trieste, con cui si chiedeva scusa ai vicini per il disturbo, e s’indicava il legale di famiglia e perfino dove fosse possibile reperire le chiavi per accedere all'appartamento.
Secondo la prima ricostruzione il marito avrebbe sparato alla moglie, con un’arma regolarmente detenuta, e poi si sarebbe suicidato con i farmaci, ma rimangono oscure le cause del gesto: esclusi i problemi economici (entrambi avevano una pensione e vivevano in una casa di proprietà), nessuno ha sentito i due litigare e, visto anche il biglietto lasciato sulla porta, si pensa più alla depressione o a una malattia che avrebbe spinto i due a farla finita.
Oggi sarà sentito il legale di famiglia, ma dai vicini non sarebbero giunte molte indicazioni, visto che la coppia conduceva una vita molto riservata, nonostante Roberto Fabris fosse abbastanza noto in città e partecipasse attivamente alla vita culturale.

Alessandro Martegani