Non sono mancate le reazioni alla decisione dell’assessore regionale all’ambiente Fabio Scoccimarro di ammainare la bandiera europea dal proprio ufficio.
L’iniziativa è stata condivisa da tutti gli esponenti e amministratori di Fratelli d’Italia, partito che ha deciso di esprimere così il proprio disaccordo con la linea di Bruxelles che, secondo il partito di Giorgia Meloni, non avrebbe saputo dimostrare solidarietà e unità nel momento del bisogno.
Lo stesso vicepresidente della Camera, Fabio Rampelli, ha tolto la bandiera dell’unione europea, accanto ad altri sindaci e amministratori, anche non appartenenti a Fratelli d’Italia. “Questa bandiera aveva dichiarato su Facebook Scoccimarro - non mi rappresenta e la metto via finché quest'Europa non cambierà radicalmente”. “
L’azione è però stata contestata dal centro sinistra: il capogruppo dei Cittadini in Consiglio regionale, Tiziano Centis, che ha chiesto al Governatore Massimiliano Fedriga d’intervenire per “ristabilire la legalità”; una richiesta analoga è giunta anche da parte del segretario regionale Pd Cristiano Shaurli.
Anche la senatrice del Pd, Tatjana Rojc, ha parlato di “una provocazione grave” annunciando un'interrogazione alla ministra dell'interno Luciana Lamorgese, ipotizzando il reato di vilipendio alla bandiera, accuse che però vengono respinte al mittente da Scoccimarro.
“Credo che la Senatrice Rojc non conosca le norme -dice -: non c’è stato alcun vilipendio. Il vilipendio alla bandiera comporta un’azione irrispettosa verso una bandiera, io invece l’ho semplicemente ammainata e riposta così come deve essere fatto. Magari la senatrice non sa che esistono anche regole precise su come ammainare, piegare e riporre la bandiera italiana, ma io conosco le norme e non ho offeso nessuno. La bandiera europea ritornerà quando ci sarà un’Unione europea degna di questo nome”.
Proprio in queste ore la Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen si è scusata con l’Italia in una lettera aperta, affermando che “bisogna riconoscere che nei primi giorni della crisi, di fronte al bisogno di una risposta comune europea, in troppi hanno pensato solo ai problemi di casa propria” mentre “non si rendevano conto che possiamo sconfiggere questa pandemia solo insieme, come Unione”.


Alessandro Martegani


Foto: MMC RTV SLO
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