L'introduzione della doppia preferenza di genere nella legge elettorale del Friuli-Venezia Giulia è stata bocciata per la terza volta dalla maggioranza in Consiglio regionale, per 23 voti a 17. Tutti i gruppi del centrodestra hanno votato contro, con l'eccezione della leghista Maddalena Spagnolo, la quale è uscita dall'aula al momento del voto.

Definito uno "strumento elementare" è dal 2019 che la legge non viene adottata dal centrodestra regionale, che trova sempre una giustificazione per respingerla. Inizialmente il Presidente Fedriga sembrava volesse presentare una riforma organica della legge che avrebbe in egual modo favorito donne e uomini nella competizione elettorale, ma nessuna proposta è stata mai realizzata formalmente.

Le associazioni regionali denunciano il fatto che questa scelta sia stata presa dalla maggioranza nella settimana in cui si celebra la giornata contro la violenza sulle donne, invece che scegliere di "trattarle come soggetti di diritti propri". Per questo motivo stanno valutando "l'impugnazione delle prossime elezioni regionali, che si svolgeranno ancora una volta in violazione di norme costituzionali ed ordinarie".

Il Friuli-Venezia Giulia rimane una delle quattro regioni in Italia a non ammettere la proposta di legge presentata da Francesco Russo dopo il suo affossamento da parte del centrodestra compatto, affiancata da Sicilia, Valle d'Aosta e Piemonte.

B.Ž.

Foto: MMC RTV SLO/ACON
Foto: MMC RTV SLO/ACON