La crisi commerciale negli ultimi anni ha colpito molte attività storiche di Trieste, negozi come Marchi Gomma, Smolars, Godina, Masé, che dal dopoguerra accompagnavano gli abitanti del capoluogo giuliano, e non solo, nei loro acquisti. Alcuni esercizi sono riusciti a rimodernarsi ed a rilanciarsi con l'entusiasmo di nuove proprietà, altri invece rimangono ancora desolatamente con la serranda abbassata.
Tasse e spese pesantissime: sono queste le principali cause di chiusura di molte attività, anche storiche, di Trieste, in particolare di quei negozi a conduzione famigliare presenti soprattutto nei rioni di periferia, soffocati ormai dall'abitudine delle persone di acquistare tutto nei centri commerciali, scelta spesso dettata dalla comodità di trovare in un unico posto più proposte merceologiche.
Abitudine che di certo ha costretto molti commercianti ad abbassare definitivamente le saracinesche delle proprie attività. Molte rimangono chiuse per anni, altre trovano una seconda vita grazie all'impegno ed al rinnovato entusiasmo dei nuovi imprenditori che le rilevano, che in alcuni casi riescono a riportare agli antichi fasti l'esercizio commerciale.
Recentemente questa sorte è toccata alla storica pasticceria Pirona, fondata nel 1900, che ha sempre conservato all'interno il tipico stile liberty, come quando nello scorso secolo era meta di nobiltà e borghesia e frequentata da letterati e scrittori, come Italo Svevo, Umberto Saba e James Joyce che, peraltro, abitò poco distante dal locale.
Nel corso degli anni la pasticceria Pirona fu citata nella guida del Gambero Rosso, per la sua produzione artigianale dei dolci tipici della tradizione triestina in particolare il Presnitz e nel 1994 fu insignito dell'onorificenza di "locale storico d'Italia", fino ad un lento declino, alla successiva rinascita, rallentata inizialmente anche da alcuni vincoli delle belle arti, ed alla nuova apertura di qualche mese fa di uno dei locali più amati dai triestini.

Davide Fifaco

Foto: Reuters
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