Massimiliano Fedriga (Foto: Acon)
Massimiliano Fedriga (Foto: Acon)

Un flusso al momento gestibile, ma che non va confuso con gli arrivi dalla rotta balcanica: il Presidente del Friuli Venezia Giulia e della Conferenza della regioni Massimiliano Fedriga ha ribadito, accanto all’attenzione per l’assistenza e l’evoluzione del flusso dei profughi dall’Ucraina, anche la necessità di tenere ben distinte le strategie di accoglienza fra coloro che scappano dalla guerra in Ucraina, e chi invece giunge dalla cosiddetta rotta balcanica.
"Oggi - ha detto Fedriga - il numero di profughi dall'Ucraina è gestibile a livello nazionale ma ci preoccupa la sommatoria con l’immigrazione proveniente dalla rotta balcanica e dal Mediterraneo. Oltretutto bisogna avere consapevolezza che i due percorsi devono essere ben distinti, soprattutto per quanto riguarda i minori stranieri non accompagnati. Dall’Ucraina arrivano minori dai 6 ai 14 anni circa, dalla rotta balcanica e dal Mediterraneo arrivano sedicenti diciassettenni che in realtà sono maggiorenni. Non possiamo pensare di mischiare i due percorsi, dobbiamo tutelare al massimo le persone che scappano dalla guerra".
Una posizione che viene sposata anche da altri governatori, come quello del Veneto Luca Zaia, ma che ha anche provocato reazioni contrarie come quella del gruppo del Movimento 5 Stelle in Consiglio regionale, che ha invitato a rispettare il principio di “non discriminazione previsto dai documenti internazionali ed europei sulla protezione dei rifugiati”.
“Il fatto che ai profughi ucraini sia stato garantito uno status specifico di protezione temporanea e, sempre a livello europeo, siano stati previsti fondi specifici per la loro accoglienza ed integrazione, - dicono i consiglieri Grillini in uan nota - non autorizza a stigmatizzare richiedenti protezione internazionale provenienti da altri contesti geografici”. “L'esame della fondatezza delle istanze di protezione non spetta certo ai politici, ma ad organi aventi competenza specifica” concludono i consiglieri dei 5 Stelle, puntando il dito anche contro le “politiche discriminatorie nell'accesso al welfare e alle politiche abitative messe in atto da questa amministrazione regionale nei confronti dei migranti”.

Alessandro Martegani