Massimiliano Fedriga (Foto: ARC)
Massimiliano Fedriga (Foto: ARC)

Il Friuli Venezia Giulia ha già cominciato ad affrontare il tema delle concessioni balneari, esploso dopo la sentenza della Corte di Giustizia europea, che di fatto blocca la norma voluta dalla maggioranza di centro destra che puntava al rinnovo senza concorso.
A dirlo è il governatore della regione, Massimiliano Fedriga, che parlando a margine di un incontro a Trieste, ha sottolineato come l’amministrazione regionale “ha già cominciato ad affrontare” il tema delle concessioni balneari "e – ha aggiunto - abbiamo avuto un ottimo riscontro”.
Proprio il Friuli Venezia Giulia aveva chiesto lo scorso febbraio al governo italiano di poter gestire in autonomia le proprie spiagge, (che facendo parte del demanio sono sotto la diretta responsabilità dello Stato), per dare, aveva dichiarato l’assessore regionale al demanio Sebastiano Callari, “risposte e certezze agli operatori balneari”.
Questo passo sarà uno dei punti del programma della Giunta per la prossima legislatura, ma intanto rimane da gestire l’immediato, con le minacce di sanzioni da parte della Commissione europea, che chiede il rispetto della direttiva Bolkestein e la messa a gara delle concessioni, e i malumori crescenti dei gestori che, a poche settimane dall’approvazione della legge che prorogava per un altro anno le concessioni, ora vedono nuovamente tutto in discussione.
Una situazione che il Friuli Venezia Giulia, ha detto Fedriga, ha già comunque cominciato ad affrontare "con avvisi pubblici, che di fatto rispettano la norma europea ma hanno anche tutelato chi ha investito per tanti anni e garantisce a sé stesso e alla propria famiglia il sostentamento attraverso quella attività".
Per Fedriga inoltre, la strada da seguire non è quella dello scontro con la Commissione Europea, ma della comprensione reciproca fra Bruxelles e Roma. “Bisogna muoversi con equilibrio”, ha spiegato: l'UE e la Commissione europea in particolare devono comprendere le diversità che esistono nei diversi paesi e valorizzarle, e non pensare di fare regole univoche su situazioni totalmente diverse”.
“Purtroppo – ha aggiunto - anche in questo caso nella politica italiana siamo arrivati a ideologizzare l'UE: o tutte le scelte sono negative o tutte positive. Su questo invece - ha concluso - bisogna confrontarsi in modo pragmatico per l'interesse del paese".

Alessandro Martegani