Foto: Martegani
Foto: Martegani

Ormai mancava solo la firma del Ministro della Salute, Roberto Speranza: dopo aver sforato anche l’ultimo i tre parametri che la teneva ancorata al giallo, i ricoveri in area medica, la regione Friuli Venezia Giulia passerà in arancione a partire da lunedì.
Cambiano colore anche Abruzzo, Piemonte e Sicilia, passate in arancione, mentre Puglia e Sardegna passano da bianco a giallo. La Valle d’Aosta era già in arancione, con una dinamica che fa addirittura temere il rosso; Basilicata, Molise e Umbria solo le uniche le tre regioni bianche rimaste, mentre tutte le altre regioni sono gialle.
Si tratta però di una classificazione quasi accademica: le norme nazionali, come l’obbligo di mascherina all’aperto, o le restrizioni per i non vaccinati, hanno infatti reso pressoché superflue molte regole, e in ogni caso le restrizioni delle aree gialle e arancioni valgono solo per i non vaccinati, ormai una ristretta minoranza del paese. Chi ha il super Green pass può continuare a viaggiare al di fuori del comune e della regione senza fornire giustificazioni, così come frequentare locali pubblici, bar e ristoranti, attività invece interdette ai non vaccinati.
Circostanze che hanno spinto soprattutto i governatori delle regioni a chiedere, oltre a un cambiamento del calcolo dei positivi ricoverati, soprattutto il superamento del meccanismo dei colori, un sistema concepito quando non erano ancora stati distribuiti i vaccini e non esisteva il Green pass.
“È necessario cambiare i parametri di una pandemia che cambia” ha detto il Presidente della Regione Fvg e della Conferenza Regioni, Massimiliano Fedriga, “la zona gialla e arancione sono da eliminare, superate dai decreti messi in campo”. Per Fedriga è inoltre necessario “cambiare modo di approcciare la pandemia: pensare di affrontarla come due anni fa – ha spiegato a Trieste - sarebbe un fallimento. Vanno protetti gli ospedali e convinte le persone a vaccinarsi, ma non sprechiamo la preziosissima forza lavoro sanitaria per fare dei tamponi inutili: non possiamo pensare di mettere in isolamento centinaia di migliaia di cittadini italiani al giorno”.

Alessandro Martegani