Una Rai libera dai partiti, con un vertice di qualità in grado di guidare la più importante azienda culturale e giornalistica italiana nella sfida con il futuro e le nuove tecnologie.
È questa la visione dei giornalisti Rai che hanno organizzato in tutta Italia dei presidi di fronte alle sedi regionali, per chiedere un profondo cambiamento della gestione dell’azienda, finita al centro della polemica dopo il caso Fedez e le pressioni esercitiate sul cantante per far modificare il suo intervento al concerto del primo maggio.
Una vicenda che ha riportato in primo piano il tema della gestione della Rai, e del ruolo che la politica ha nella nomina dei vertici, ma anche sul lavoro dei singoli artisti e giornalisti.
“I partiti e i governi – dice una nota del Cdr Rai del Friuli Venezia Giulia - si apprestano ad occupare la Rai con la legge in vigore, quella voluta dal governo Renzi. Una maggioranza così larga avrebbe potuto finalmente riformare la governance, e invece preferiscono il solito gioco: criticare, attaccare, e poi occupare”.

Il presidio in Friuli Venezia Giulia si è tenuto di fronte alla sede Rai di Trieste, con giornalisti delle redazioni italiana e slovena, e i rappresentanti dell’Associazione della Stampa e dell’Ordine dei giornalisti. A Roma i giornalisti si sono invece ritrovati di fronte alla sede storica di Saxa Rubra, ma tutte le manifestazioni sono state collegate su una piattaforma virtuale “come segnale di unità di tutti i dipendenti Rai nel chiedere una svolta per il Servizio Pubblico”.
L’Usigrai, il sindacato dei giornalisti dell’azienda, ha sottolineato come sia necessario che il prossimo consiglio di amministrazione sia “autonomo, indipendente e di alto profilo” e che il Parlamento dia “una corsia preferenziale ai disegni di legge di riforma della governance”.
Proprio in questi giorni si sta discutendo del rinnovo dei vertici dell’azienda: un confronto ancora una volta lasciato ai partiti, senza, ribadiscono i dipendenti, trasparenza e una valutazione di capacità, curricula, o profili dei candidati. “Nessuna discussione – hanno concluso – su obiettivi, missione, fini della Rai Servizio Pubblico: noi abbiamo il dovere di continuare a denunciarlo, e dire che #LaNostraRai è libera, indipendente, autonoma”.

Alessandro Martegani