È stata una nuova giornata di protesta anti Green pass a Trieste, città letteralmente paralizzata per quasi tutto il giorno da due manifestazioni.
La prima si è svolta nel corso della mattina, organizzata dai sindacati di base, e da alcuni movimenti di sinistra. 1500 persone circa si sono ritrovate in Piazza Goldoni per poi muoversi lungo la centralissima via Carducci, contestando le scelte del governo sulle politiche sociali e sul lavoro, ma anche l’obbligo di Green pass. Una manifestazione assolutamente pacifica, nonostante qualche insulto lanciato a governo e ministri.

Ben diversa la manifestazione nel pomeriggio che ha riunito almeno 15 mila persone, in parte giunte anche da fuori città. Fra gli altri, i lavoratori del porto, e le organizzazioni no vax e no green pass che avevano già dato vita ad altre iniziative.
Partito dall’ingresso del porto, il serpentone di persone ha percorso lentamente tutte le rive, giungendo fino a piazza Unità. Fra i manifestanti i lavoratori dello scalo, visibili nelle loro tute gialle e arancioni, movimenti della sinistra radicale, no vax, ma anche molti semplici cittadini e famiglie con bambini. Un insieme difficile da definire, e apparentemente ancora senza un’identità, ma unito nella contrarietà ai vaccini e al Green pass.

Fra gli obiettivi della protesta naturalmente l’obbligo di Green pass sui luoghi di lavoro che scatterà il 15 ottobre, ma anche il premier Mario Draghi, rappresentato come Hitler, il ministro Speranza e, come ormai consueto, i giornalisti, accusati di riportare le notizie seguendo una sorta di pensiero unico. Proprio contro i lavoratori della stampa si sono concentrate le dimostrazioni d’intolleranza, con insulti, urla, e anche spintoni a una giornalista.
Una volta giunti all’altezza di piazza Unità, alcuni dei manifestanti sono stati ricevuti dal Prefetto Valerio Valenti, all’interno del palazzo della prefettura sorvegliato da decine di agenti in tenuta antisommossa per evitare il ripetersi di episodi come quello di sabato a Roma.

Nella delegazione anche i lavoratori del porto che avevano minacciato di bloccare lo scalo. “Il prefetto – ha riferito al termine dell’incontro Stefano Puzzer, portavoce del Coordinamento Lavori Portuali Trieste - ha detto che riferirà le nostre istanze al governo. Noi abbiamo ribadito che 15 ottobre bloccheremo il porto e ci aspettiamo che arrivi una risposta, altrimenti ci vedremo il 15 fuori dalle porte”.

Proprio fuori dalla prefettura ci sono stati i momenti di maggiore tensione: una volta uscita la delegazione, la folla non si è allontanata per proseguire

verso il canale di Ponterosso, ma è rimasta a fronteggiare i carabinieri lanciando insulti e urla. Gli agenti si erano anche tolti i caschi in segno di collaborazione ma li hanno immediatamte rimessi quando è volata la prima bottiglia, seguita da altri oggetti e uova. Nonostante la presa di distanza dai fatti di Roma e dalle organizzazioni neo fasciste da parte degli organizzatori della manifestazione, c’è stato anche qualche saluto romano fra la folla.

Dopo una decina di minuti è però ritornata la calma e i manifestanti si sono allontanati gradualmente, mentre qualcuno ha addirittura deciso di distribuire agli agenti delle rose.

Alessandro Martegani