La protesta no vax cambia scenario, e dopo le piazze e i luoghi sensibili dell’informazione e dell’economia, come le sedi Rai o il Porto di Trieste, ora punta ai luoghi della memoria.
Sembra essere questa la nuova strategia del movimento contrario al Green pass e ai vaccini, dopo la manifestazione non autorizzata organizzata a Redipuglia, uno dei luoghi più evocativi della regione, visitata solo poche settimane dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
La cosa era stata organizzata come al solito con un passaparola sui social, che ha portato sulla spianata del Sacrario oltre 500 persone, che hanno partecipato a quello che gli organizzatori hanno definito “adunata delle forze armate “.
Non è chiaro se ci fossero anche rappresentanti delle forze dell’ordine fra i partecipanti, ma sia il Governo sia la Prefettura hanno assicurato che saranno fatte delle verifiche. L’identificazione non dovrebbe essere difficile viste le molte immagini pubblicate sui social e anche il fatto che gran parte dei manifestanti non portava la mascherina. Qualcuno ha anche fumato e portato animali all’interno del Sacrario, comportamenti espressamente vietati, e non solo in tempo di pandemia. Probabilmente ci sarà un’inchiesta per identificare i responsabili della manifestazione non autorizzata, ma è possibile anche il reato di vilipendio ai Caduti.
La reazione della politica è stata immediata e unanime: il presidente della regione Massimiliano Fedriga, recentemente messo sotto scorta per le minacce ricevute da estremisti no vax, pur ribadendo il diritto di manifestare, ha sottolineato come vadano rispettate le regole e soprattutto i luoghi della memoria.
Il Sacrario di Redipuglia non è stato, infatti, l’unico luogo preso di mira dai No Vax: nelle ultime ore, infatti, è stato cancellato da Facebook un video realizzato da alcuni attivisti alla Risiera di San Sabba a Trieste, riproponendo l’intollerabile parallelo fra la Shoah e le limitazioni imposte a chi non è vaccinato, già visto in altre città, dove i manifestanti si sono presentati vestiti come in prigionieri dei campi di sterminio o con la stella di Davide sul petto.
Nel video si ribadiscono le accuse a Fedriga, ma soprattutto si cerca di accumunare lo sterminio degli ebrei alle regole di contenimento della pandemia, un’operazione che, oltre ad essere improponibile sotto tutti i punti di vista, rappresenta un insulto alla memoria della Shoah, come ribadito anche dalla comunità ebraica di Trieste.
Nonostante le critiche la protesta però non si ferma e anche nel fine settimana ci saranno delle nuove iniziative con una manifestazione “contro le discriminazioni” a Trieste, una sorta di passeggiata che partirà dal varco quattro del Porto e toccherà piazza Unità e la Risiera, mentre domenica a Gorizia si terrà il “No paura day International” nel piazzale della Casa Rossa con relatori provenienti da Italia, Slovenia e Austria.

Alessandro Martegani