Avrebbe dovuto essere una visita dedicata ai problemi e alle soluzioni per la città di Trieste, e di sostegno alla candidatura a sindaco di Francesco Russo, ma la giornata è stata dominata ancora una volta dallo scontro fra sostenitori delle vaccinazioni e del Green pass, e i no vax, dopo l’irruzione di un’attivista contraria ai vaccini nel mezzo dell’intervento del segretario nazionale del Pd.
La donna ha raggiunto senza difficoltà il palco allestito in piazza della Borsa, dove Letta stava tenendo il proprio discorso, e ha contestato urlando il segretario del Pd, che le ha risposto sostenendo le ragioni della campagna vaccinale e del Green pass fino a che la polizia non ha deciso d’intervenire portando via la donna, che urlava in evidente stato di agitazione.

“Questo - ha detto Letta subito dopo l’episodio – è il risultato dell’ambiguità di certa politica irresponsabile, di quei partiti che hanno deciso di flirtare con questi concetti, mentre noi abbiamo avuto da subito una posizione chiara”.
Parole che vanno soprattutto ai partner di governo della Lega, dei quali Letta aveva parlato anche poco prima, nel corso della visita ai cosiddetti “Puffi”, un quartiere popolare alla periferia di Trieste. “Le manifestazioni no vax sono un segno di disagio, di marginalità e sono dovute alle forze politiche, anche di governo, che non sono in grado di dire parole chiare. Oggi ho sentito Salvini definirsi ‘free vax’ e gli voglio dire che non esiste il concetto di free vax: free vax vuol dire no vax e credo – ha aggiunto - che in questo senso l’ambiguità che la Lega sta interpretando sia veramente qualcosa di molto negativo per il paese”.

Tornando alla sfida elettorale per il comune, Letta ha ricordato come l’appuntamento del 3 e 4 ottobre sia fondamentale per la città di Trieste: incontrando i cittadini dei “Puffi”, ha sottolineato come la scelta sia fra una città che guarda al passato, rappresentata dal sindaco uscente Roberto Dipiazza, e una città che invece vuole vivere per il futuro, sviluppandosi e crescendo, utilizzando bene i fondi che arriveranno dal Recovery plan, rappresentata da Francesco Russo. “Sapevo che saremmo arrivati qui – ha detto Letta – perché Francesco, che conosco da 35 anni, ha sempre voluto fare il sindaco della sua città”.
Proprio Russo ha marcato la differenza con l’avversario principale, Roberto Dipiazza, che, ha detto, ha portato i leader nazionali, Salvini e Meloni, nel salotto buono della città, dimenticando ancora una volta le periferie, dove invece ho voluto andare con Letta”.
Il segretario nazionale del Pd e Russo hanno anche ribadito che il tema della sicurezza dei cittadini, soprattutto nelle periferie, sta a cuore al centro sinistra: “Ogni periferia è importante come la piazza principale della città – ha detto Russo -, da questa amministrazione i rioni sono stati dimenticati, la gente ha paura, e noi vogliamo dare più sicurezza e vivibilità anche alle periferie”.

Alessandro Martegani