“Una semplice precisazione, che non può mettere in ombra un convegno che rappresenta la fine di un percorso durato 5 anni e ha riunito 300 ragazzi delle scuole di Trieste, Buie, Fiume e Pola”. Massimo Gobessi, moderatore dell’incontro “Novecento – un secolo in bilico fra fragori della guerra e tentativo di pace”, organizzato al Centro di fisica teorica dall’Associazione Radici Futuro, non concorda con chi parla di uno scontro avvenuto fra lo storico Raul Pupo e l’assessore regionale alla cultura Roberto Scoccimarro.

Come riportato dal Piccolo di Trieste, nel corso del Convegno lo storico Raul Pupo sarebbe stato interrotto dall’assessore regionale alla cultura Fabio Scoccimarro, per non aver parlato dei 42 giorni di occupazione di Trieste da parte delle truppe Jugoslave. Pupo ha replicato che ci sarebbe arrivato a breve: tutto qui, racconta Gobessi. Pupo ha lasciato l’aula prima del tempo, ha aggiunto, perché doveva andar via, non per altri motivi, e noi abbiamo continuato tranquillamente i lavori per tutta la mattina.

Scoccimarro però sarebbe stato avvicinato a margine dei lavori da alcuni docenti che avrebbero contestato il suo intervento iniziale. “Io – dice Scoccimarro – come rappresentante del governo regionale che ha patrocinato quell’evento, ero partito con i migliori auspici, ricordando che nelle trincee del Carso dove i nostri nonni si erano combattuti, s’incontravano ragazzi italiani, austriaci, croati, e ho anche annunciato un evento, con una nave che ospiterà i ragazzi di tutte queste aree, Italia, Slovenia, Croazia e Austria, in modo che il mare riunisca quello che la storia ha diviso”.

“Ho ricordato - ha aggiunto - anche che la storia spesso viene insegnata a senso unico: è successo a me quando ero ragazzo e sulla Prima guerra mondiale mi hanno insegnato solo il patriottismo italiano, dimenticando che a Trieste, e lo dice un patriota, c'erano tantissimi italiani che hanno combattuto per una bandiera diversa da quella italiana. La storia può essere spesso anche vista da una parte e manipolata da una parte: al Parlamento Europeo poche settimane fa è stata votata una risoluzione di condanna delle dittature del secolo breve, il nazismo e il comunismo, delle quali ormai non c'è da avere più paura. Io però ho paura della dittatura del pensiero unico: ho detto ai ragazzi di fare attenzione, perché, non in tutti i casi, ma spesso i professori ci danno un’informazione che non è a 360 gradi.”

“Durante la conferenza - ha poi raccontato - Raul Pupo ha fatto una cavalcata del secolo breve dalla Prima Guerra Mondiale quasi ai giorni nostri: un’analisi peraltro in parte condivisibile, in parte no, ma abbastanza obiettiva. Quando è arrivato a parlare di Trieste ha citato correttamente l’occupazione nazista e l’occupazione anglo-americana, dimenticando però il particolare dei 42 giorni di occupazione slavo comunista di Tito. Io garbatamente ho alzato la manina e l’ho ricordato, e il professore mi ha confermato che ne avrebbe parlato a breve”.

“La cosa si è svolta in termini urbani. Il diverbio, peraltro contenuto, è invece avvenuto quando una professoressa, fra l’altro con modi sgarbati, ha detto che un’istituzione non può dire cose del genere, dimenticando che l’opinione che s’insegni una storia di parte, è condivisa dalla stragrande maggioranza della popolazione, e un signore, non so se un’insegnate o un accompagnatore, comunque saccente, mi ha dato dell'ignorante perché, ha detto, io non posso permettermi di fare dei discorsi storici agli studenti perché non sono docente di storia. Fra l’altro io sono laureato in storia, e non so quanti professori presenti, a parte Pupo, lo fossero. È stato comunque un piccolo diverbio, peraltro contenuto, all'esterno dell'auditorium a conferenza finita.”

Alessandro Martegani

Foto: MMC RTV SLO
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