L’ultimo contatto avvenne il 25 gennaio del 2016 quando Giulio Regeni inviò dall'Egitto il suo ultimo messaggio, poi scomparve fino al 3 febbraio quando il suo corpo, con i segni delle ripetute torture subite, fu trovato sul bordo di una strada fra il Cairo e Alessandria.
In cinque anni parte della verità è emersa: sarebbero stati i servizi segreti egiziani a rapire, torturare e uccidere il giovane ricercatore di Fiumicello, e la magistratura italiana ha recentemente chiuso le indagini, fissando una prima udienza a fine aprile, a carico di quattro membri dei servizi del Cairo che però ha dimostrato di non voler collaborare.
La ricerca della verità però non si ferma, soprattutto grazie all’impegno della famiglia di Giulio, che ha anche lanciato dure accuse al governo italiano, per non aver preso una posizione abbastanza dura contro il regime del Presidente Al Sisi.
Lo stesso presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in un messaggio, ha però detto di attendersi “piena e adeguata risposta da parte delle autorità egiziane, sollecitate a questo fine, - ha aggiunto - senza sosta, dalla nostra diplomazia”. Il governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, ha rivolto un “appello all'Esecutivo nazionale per intensificare gli sforzi affinché il dolore della famiglia, provata da lunghi anni di battaglie, possa finalmente trovare almeno il conforto della giustizia”.
Il caso è stato portato per la prima volta anche in Europa, nel corso del vertice dei ministri degli esteri: il ministro italiano Luigi di Maio ha ricordato che “l'Italia ritiene l'Egitto un interlocutore cruciale nel Mediterraneo, ma il dialogo - ha aggiunto - non può avvenire a scapito dei diritti umani”. L'Alto rappresentante dell'Unione europea, Josep Borrell, parlando di “brutale assassinio”, ha confermato che il caso Regeni non riguarda solo l’Italia ma tutta l'Unione.
In occasione dei cinque anni dalla scomparsa iniziative e prese di posizione si registrano un po’ in tutto il paese: il Presidente della Camera Roberto Fico è giunto a Fiumicello per incontrare la famiglia Regeni, assicurando impegno per giungere “al quadro completo delle responsabilità e dei soggetti coinvolti: vogliamo la verità – ha aggiunto - a tutti i costi”.
Il comune di Fiumicello, ha organizzato una serie d’iniziative in streaming invitando tutti i cittadini a partecipare e “a colorare di giallo il paese e i propri profili social”, e ha installato nel parco scolastico intitolato a Giulio quattro nuove panchine gialle che rappresentano la lotta per la verità. Anche il Liceo Petrarca di Trieste, che Giulio aveva frequentato, e Amnesty International hanno organizzato una fiaccolata virtuale.

Alessandro Martegani