Foto: Radio Capodistria
Foto: Radio Capodistria

Un’occasione per discutere su quelle che sono le problematiche e le opportunità per le minoranze autoctone europee il congresso annuale della principale organizzazione che le raccoglie, la FUEN: un'ampia rete tra regioni europee, responsabili politici, istituti scientifici, istituzioni culturali ed educative, organizzazioni giovanili, media e altri collaboratori, che lavorano per preservare e promuovere l'identità, la lingua, la cultura, i diritti e le tradizioni delle minoranze europee e loro voce nelle organizzazioni internazionali, nell'Unione Europea, nel Consiglio d'Europa, nelle Nazioni Unite e nell'Osce.

Quest’anno i suoi membri provenienti da 35 paesi si sono dati appuntamento a Trieste, città multietnica e multireligiosa, come ha ricordato il sindaco Roberto Dipiazza in apertura, e casa di parte della comunità slovena del FVG che dal 2019 è rappresentata al suo interno dal SSO- la Confederazione delle organizzazioni slovene.

Il presidente del FUEN e anche membro del Parlamento europeo Loránt Vincze ha , ringraziato la regione FVG per aver appoggiato a livello europeo la proposta di una pacchetto sicurezza per le minoranze europee, che non ha ancora avuto la luce verde da Bruxelles e che per questo continuerà ad essere motivo di discussione anche in questi giorni.

Il presidente del SSO Walter Bandelj ha parlato dell'importanza di lavorare insieme per sviluppare una strategia a livello europeo che superi i confini nazionali e coinvolga le minoranze come ad esempio è accaduto con il progetto GO 2025, con l'incontro a Basovizza tra i due presidenti e come avviene con la collaborazione con le altre comunità nazionali presenti nell'area. Si è poi rivolto, in modo forse un pò polemico, al sindaco Dipiazza ricordando il progetto della restituzione del Narodni dom e il ruolo della squadra che ha lavorato per raggiungere questo obiettivo.

Dopo di lui l'assessore regionale alle minoranze Pierpaolo Roberti è intervenuto sottolineando la varietà linguistica del FVG e la necessità di difendere le sue identità. Un lavoro anche secondo lui che può essere portato avanti solo attraverso le sinergie tra i vari attori del territorio, tra i quali anche l'Unione italiana il cui presidente era presente all'apertura. "Abbiamo saputo affrontare le ferite con tanti gesti simbolici", come quello dei due presidenti a Basovizza ma anche prima quello del concerto dell'amicizia qualche anno fa ha detto Roberti.

La ministra per gli sloveni del mondo Helena Jaklitsch si è lanciata in un'ode alla Slovenia e al suo modello di difesa dei diritti delle minoranze autoctone che secondo lei sarebbe senza pari sul nostro continente, garantendo al massimo il bilinguismo e la presenza delle comunità nazionali sui loro territori di residenza, come anche la loro rappresentanza politica. Un vero e proprio unicum, quindi, il modello sloveno tanto che secondo la ministra, visto il suo standard così alto potrebbe essere tranquillamente preso a modello dall'Europa.

A seguire anche il segretario di stato per le comunità ungheresi all'estero Árpád János Potápi che ha parlato della situazione nel suo paese, anche qui ideale, secondo lui, per le decine di minoranze presenti all'interno dei suoi confini. Inoltre ha ricordato i fondi che l'Ungheria investe per sostenere la sua minoranza presente in Slovenia.

Barbara Costamagna