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640 milioni di euro: è la cifra raggiunta ogni anno dalle puntate su scommesse e giochi d’azzardo in Friuli Venezia Giulia.
Il fenomeno della ludopatia e del gioco d’azzardo, che a livello nazionale in Italia movimenta 42 miliardi di euro l’anno, è stato analizzato nel corso dell’audizione da parte della terza commissione in Consiglio regionale del direttore del dipartimento di Scienze economiche e statistiche dell'università di Udine, Andrea Garlatti.
Dei 640 milioni usciti ogni anno dalle tasche dei cittadini, 32 vanno ad agenzie di scommesse, sale bingo, sale giochi, ma anche a bar, ristoranti, ricevitorie, edicole, e tabaccherie. Si tratta di un fenomeno antico, e che nell’ultimo anno ha visto però un rallentamento sia per le norme che ne limitano l’attività, sia per la pandemia che ha ridotto le occasioni di gioco, con un calo di un terzo delle slot macchine attive in regione.
L’uso e la gestione dei dispositivi sono regolamentati da una legge regionale, che non è mai stata completamente applicata, ma che pone una data precisa, il 31 agosto 2021, entro al quale i gestori, più di 1.300 in regione, dovranno disinstallare o spostare i dispositivi oltre un raggio di 500 metri da luoghi come scuole, aree di culto, impianti sportivi, residenze per categorie protette, ambienti di aggregazione giovanile, sportelli bancomat, e stazioni ferroviarie.
I gestori, ha sottolineato l’opposizione in Consiglio regionale, dovranno però essere accompagnati nella riconversione, un processo su cui però la regione non ha ancora prodotto alcun regolamento attuativo. Secondo l’università di Udine sarebbe necessario anche un intervento fiscale, con agevolazioni per chi riconverte le attività, ma anche una spinta all'innovazione per riconfigurare le attività delle aziende, anche tramite consulenti forniti dalla pubblica amministrazione.
L’assessore alla salute Riccardo Riccardi, annunciando la prossima approvazione di un regolamento, ha però sottolineato come “essendo mutato completamente, a causa della pandemia, il contesto socioeconomico, sia necessario porre sui piatti della bilancia la tutela dei cittadini dal rischio della ludopatia e ma anche quello della tutela dei posti di lavoro e degli introiti di realtà pesantemente penalizzate a causa del Covid-19”.
Bisogna, ha aggiunto “garantire il dovuto supporto alle persone colpite dalla ludopatia e adottare misure preventive adeguate, ma al contempo vanno tenute in considerazione le difficoltà economiche degli esercizi pubblici per i quali i terminali per il gioco d'azzardo legale rappresentano anche occasione di occupazione”.

Alessandro Martegani