Foto: ARC
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Nonostante le perplessità manifestate in passato dalla Lega, e dal centro destra a Trieste, e le iniziative scenografiche del senatore Giulio Camber, che periodicamente fa affiggere nelle vie del centro del Capoluogo Giuliano manifesti che mettono in guardia i cittadini contro il pericolo di “un’occupazione cinese, il futuro del porto di Trieste e dell’economia della regione rimane legato ai traffici con l’oriente.
Trieste viene considerato dai grandi operatori cinesi, e di conseguenza di tutta l’area orientale dopo gli accordi commerciali conclusi fra i paesi dell’area, il porto naturale verso l’Europa: uno scenario che sembra essere condiviso, oltre che dal presidente dell’autorità portuale Zeno d’Agostino, anche dal governatore Massimiliano Fedriga.
Intervenendo alla presentazione a Trieste dello studio "Venezia Giulia 2025. Strategia e azioni per la competitività" commissionato a The European House-Ambrosetti dalla Camera di Commercio, Fedriga ha evidenziato come la regione, “accanto a Austria, Ungheria e Centro Europa, lavori per dare vita a una piattaforma logistica di livello mondiale”. Sbocco naturale di questa piattaforma logistica centroeuropea sono, ha confermato Fedriga, i traffici da e verso oriente: “Il Far East – ha spiegato - è la sponda fondamentale, ma non c'è solo la Cina, bensì anche l'India e il suo importantissimo mercato”.
La regione punta però anche sull’innovazione, valorizzando le attività di ricerca presenti sul territorio, che potranno tradursi “sempre più in impresa e lavoro”. “Stiamo lavorando – ha aggiunto Fedriga - per specializzare tutti i parchi, avendo però una regia unica e attribuendo a una Fondazione pubblico-privata l'attività di marketing necessaria”.
Per promuovere l’immagine della regione è nato anche il brand, presentato nei mesi scorsi, “Io Sono Friuli Venezia Giulia”, con l’intenzione di utilizzare “un marchio unico diversificato per ogni settore, dall'agroalimentare, al turismo alla ricerca”.
Commentando lo studio, l’assessore del Friuli Venezia Giulia alle Attività produttive e al Turismo, Sergio Emidio Bini, ha sottolineato come molti contenuti rispecchino già le linee contenute nelle leggi approvate dalla regione, che puntano su “Modernizzazione, crescita e sviluppo sostenibile”. “La Venezia Giulia - ha aggiunto - ha dei punti di forza che possono favorire la crescita dell'intera regione, come la movimentazione delle merci, l’export navalmeccanico, il forte posizionamento nel terziario avanzato, il numero record di startup e ricercatori e un settore dell'enogastronomia e del turismo ante Covid molto sviluppato”, ma, ha concluso, “occorre lavorare sui punti di debolezza: trattenere i cervelli, ridurre il gap infrastrutturale e contrastare la deindustrializzazione del territorio”.