La Lega del Friuli Venezia Giulia negli ultimi giorni è salita all’onore delle cronache per due episodi che hanno interessato altrettanti suoi rappresentanti nelle istituzioni.

Il primo ha coinvolto il consigliere del Comune di Gorizia Stefano Altinier che sulla sua pagina Facebook alla voce orientamento religioso aveva scritto antisemita. A scoprirlo alcuni consiglieri di minoranza, che hanno immediatamente segnalato la cosa. Appena uscita la notizia, Altinier ha modificato la voce in Cristiano Cattolico credente, ma l’opposizione che aveva fatto uno screenshot della pagina, l’ha allegato ad un documento sottoscritto da tutti i consiglieri di minoranza, che denunciavano il caso appellandosi alla Legge Mancino che prevede pene per espressioni espressioni razziste ed antisemite. La sezione provinciale del partito ha subito preso le distanze da Altinier, il quale si è scusato cercando di minimizzare la cosa e ha parlato di un refuso rimasto dall’apertura della pagina, qualche anno fa, quando era ancora in vena di quelle che lui ha definito “bravate giovanili”.

Scuse per espressioni non appropriate sono state espresse in settimana anche da un altro leghista. Questa volta ad essere coinvolto dalle polemiche è stato il consigliere regionale Danilo Slokar che durante la festa del partito a Trieste, parlando della probabile nascita del Governo giallo rosso, avrebbe evocato “il ritorno alle armi, contro i fascisti del Partito Democratico”. Una frase che ha fatto immediatamente reagire i Dem che hanno chiesto spiegazioni a Slokar, il quale ha ribattuto dicendo che si trattava solamente di una battuta.

In realtà anche il Governatore Massimiliano Fedriga ultimamente sembra aver iniziato ad usare toni più aggressivi nei confronti degli avversari politici, sdoganando la retorica populista anche in regione, dove ricordiamo che solo tre anni fa i leghisti avevano scacciato dal proprio gruppo consigliare al Comune di Trieste il pugile Fabio Tuiach, reo di aver espresso in consiglio una battuta omofoba sulla concessione della sala comunale per celebrare le unioni civili.

Barbara Costamagna

Foto: Radio Capodistria
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