Foto: Radio Capodistria/Fifaco
Foto: Radio Capodistria/Fifaco

Trenta eventi, un centinaio di relatori, 20 organizzazioni ed istituzioni internazionali ed una cinquantina di organizzazioni ed istituti nazionali. Trieste in tre giorni di incontri e convegni affronterà le problematiche legate all'immigrazione, con il "Festival Sabir - Libertà di Movimento", giunto alla nona edizione. Si tratta di un'occasione per affrontare le tematiche della solidarietà e dei diritti umani, per pensare alle possibili alternative e pratiche innovative, in uno spazio di riflessione, dialogo e testimonianza.

Toccanti, in questa giornata inaugurale, le testimonianze Daniela Ionita, dell'associazione Italiani Senza Cittadinanza, commossa nel ricordare Omar Neffati ed i drammatici racconti di Alidad Shiri, accorso a Cutro dopo il terribile naufragio costato la vita a quasi cento persone e rappresentante di Unire (gruppo di rifugiati con lo scopo di diventare la prima rete nazionale dei rifugiati che vivono in Italia) e portavoce proprio dei familiari delle vittime di Cutro.

La manifestazione è promossa da Arci insieme a Caritas Italiana, Acli e Cgil, con la collaborazione di Asgi e Carta di Roma e per la prima volta è ospitata nel nord Italia, in una città di frontiera, come ci ha spiegato Filippo Miraglia, responsabile immigrazione, asilo e antirazzismo di Arci nazionale: "Qui nel corso dei secoli si sono incontrate le culture, ma qui si è anche scontrata la democrazia con la voglia dei muri, la voglia di separarsi, la voglia di prevalere sugli altri ed è quello che sta succedendo anche, purtroppo, in questi anni dove l'Europa e l'Italia stanno mettendo in pratica delle politiche di respingimento, di negazione dei diritti, contro le quali noi ci siamo battuti. L'idea di Sabir e anche quindi di farla qui a Trieste, è quella di contribuire a costruire una comunità dei diritti, della solidarietà, contro la comunità dell'odio e della morte. perché pensiamo che la maggioranza degli italiani e degli europei sia dalla nostra parte ma che purtroppo è poco visibile perché è più visibile chi ha un nemico da combattere, chi dice ‘prima gli italiani’ o ‘prima i tedeschi’ o ‘prima i francesi’. Noi pensiamo, invece, di essere la maggioranza ed anche attraverso queste iniziative vogliamo contribuire a costruire quella comunità che deve prendere la parola, per avere ragione e far prevalere in Europa i diritti e la solidarietà".

Il Festival si concluderà con la Marcia contro i muri e per l'accoglienza, con il simbolico attraversamento di Slovenia e Italia.

Davide Fifaco