Nelle ampie sale allestite al Magazzino 26 sono visibili i frammenti della vita della famiglia di pescatori dei Caharija, una famiglia slovena di Aurisina, in quella che è la più grande collezione privata sulla pesca. La presidente dell'Unione dei Circoli Culturali Sloveni, Živka Persi, ci ha raccontato come è nata l'idea di questa esposizione.

"Questa mostra, nel 2018, è stata allestita proprio nel Museo Etnografico sloveno, in quanto la famiglia dei Caharija, ovvero dei Babčevi di Aurisina, ha donato tutta l'oggettistica, appunto, al Museo Etnografico sloveno. Il Museo, vista poi anche l'enorme mole di oggetti acquisiti, ha deciso di fare una mostra dedicata proprio alla famiglia Caharija-Babčevi di Aurisina. Questa mostra la hanno visitata anche parecchie persone di Trieste, anche tanti dei nostri associati. Associati che poi sono venuti da me, chiedendo che questa mostra, che comunque parla di una famiglia dell'entroterra triestino, fosse allestita anche a Trieste. In seguito a queste richieste abbiamo provato a contattare il Museo, che è stato subito d'accordo. C'era però la necessità si una superficie grande, molto vasta, di circa 500 metri quadri, perché le cose da vedere sono veramente tantissime. Vagliando vare opportunità, abbiamo contattato il Comune di Trieste ed abbiamo presentato questo progetto, che è stato approvato dal Comune di Trieste che ci ha concesso poi la co-organizzazione. Abbiamo così potuto allestire le mostra in uno dei più bei posti, una delle più belle location per fare mostre e allestimenti vari, cioè il Magazzino 26 del Porto Vecchio di Trieste".

La famiglia Caharija era una famiglia nota di Aurisina?

"La famiglia Zaccaria ha alle spalle una storia particolare. Loro hanno donato al Museo Etnografico sloveno anche l'ultimo zopolo originale, la cosiddetta “čupa Maria”, acquisita dal Museo Etnografico sloveno già nel 1947. La storia tra la famiglia Caharija ed il Museo dura quindi da tantissimi anni. Uno dei nipoti, Bogdan Petelin ha voluto continuare questa tradizione di famiglia, donando l’oggettistica al Museo Etnografico sloveno, che ora è proprietario di tutti gli oggetti. Devo dire che tutto quello che vediamo nella mostra è stato conservato in una sua soffitta, che già di per sé era un piccolo museo e tanti ragazzi, bambini ed abitanti di Aurisina conoscevano molto bene. Questo piccolo museo, che era veramente una chicca, è ora all'interno del Magazzino 26. C'è anche la riproduzione in 3D della soffitta originaria del signor Caharija, così i visitatori possono fare l'esperienza di visitare la soffitta originale ed inoltre di scoprire come vivevano le famiglie di pescatori. La famiglia Caharija qui ripropone quattro generazioni, e viene rappresentato anche come si sono evolute, come è cambiato il loro rapporto con il mare. Di oggetti ce ne sono tanti, più di 300 ed abbiamo appunto anche una riproduzione della čupa, lo zopolo; sono veramente tanti oggetti e molto interessanti, perché sono la dimostrazione di uno spaccato di vita che non c'è più".

Davide Fifaco

Foto dello zopolo o čupa: Radio Capodistria/Fifaco
Foto dello zopolo o čupa: Radio Capodistria/Fifaco