I bambini delle elementari e i ragazzi delle medie sono ritornati a scuola oggi, ma la decisione della giunta regionale, peraltro seguita da altre regioni come il Veneto, di continuare con la didattica a distanza fino a fine mese, non ha mancato come previsto di provocare reazioni.
Se da parte dei presidi, pur esprimendo dispiacere nel vedere i ragazzi ancora costretti a casa, c’è stata comprensione per le ragioni della giunta, per genitori e ragazzi la delusione stata grande, e non manca chi sostiene la necessità di protestare. In Campania è stato diffuso l’invito a inondare di mail il presidente De Luca, mentre in Friuli Venezia Giulia sta girando sui social una mozione che chiede di riaprire la scuola superiore, contestando anche la lettura dei dati forniti dalla regione.
“Dopo quasi un anno – dice il testo dell’appello pubblicato sulla piattaforma Change.org - non è più accettabile che i nostri ragazzi e i loro diritti vengano calpestati, bypassati e ingannati”.
Le motivazioni della decisione della Giunta, continua il testo, “appaiono pretenziose e fuorvianti” visto che “i numeri dei contagi nella scuola sono meno di un terzo dei contagi della popolazione della regione”, mentre quelli tra i ragazzi della fascia 0-19 “sono aumentati in dicembre, cioè quando le scuole superiori erano chiuse”.
“Con queste scelte – conclude - non solo si stanno facendo danni non quantificabili oggi, ma si stanno trasmettendo alle nuove generazioni l'inettitudine, l'apatia, la scarsa considerazione dell'importanza dello studio e della cultura.
Dall’altra parte la regione, oltre ad aver messo a punto un piano per i trasporti per quando le scuole riapriranno, sta investendo anche sulla didattica a distanza. L’assessore all’istruzione Alessia Rosolen ha comunicato che “un altro mezzo milione di euro è stato messo a disposizione della Didattica digitale integrata”, portando a 4,8 milioni di euro gli investimenti “per adeguare la strumentazione digitale per le famiglie del Friuli Venezia Giulia, attingendo al Fondo sociale europeo e avvalendosi di risorse regionali e ministeriali”.
L'assessore si è detta “convinta sostenitrice della didattica in presenza, per motivi didattici, psicologici, culturali e sociali”, ma in questo momento, ha aggiunto, “la cosa peggiore è la schizofrenia organizzativa: forzare i tempi per un rientro a scuola oggi avrebbe prodotto una serie di conseguenze molto pericolose. Contiamo di riportare i ragazzi delle superiori in aula il prima possibile, ma in sicurezza”.
“Mi rivolgo alle famiglie che ci scrivono – ha concluso -: siamo consapevoli di quanto i ragazzi stiano soffrendo questa situazione, ma non possiamo esporre loro, le famiglie e tutta la comunità a rischi che il sistema sanitario non riuscirebbe a reggere”. Monitoriamo la situazione costantemente e restiamo a disposizione per ogni chiarimento”.

Alessandro Martegani