Anche quest’anno il giorno dopo la cerimonia alla foiba di Basovizza in occasione del Giorno del Ricordo è caratterizzato da toni polemici, che in questa occasione, dopo l'incidente diplomatico dell'altro anno causato dalle parole di Tajani, sembrano essere tornati alla solita scaramuccia locale.

A farla da padrone in queste ore sui social network la denuncia da parte di alcuni rappresentanti del centro destra triestino della presenza di bandiere jugoslave alla manifestazione che si è tenuta in serata in piazza della Borsa a Trieste, dove era stato organizzato un presidio antifascista per contestare la ricostruzione storica di coloro che hanno voluto questa giornata nella quale si ricordano le vittime delle foibe. Una presenza quella delle bandiere jugoslave, in realtà non nuova, visto che ogni anno sono al centro di un acceso dibattito tra sostenitori e detrattori in occasione della sfilata cittadina del primo maggio, dove alcuni onorano così l’entrata dei partigiani di Tito in città.

La loro presenza nel Giorno del Ricordo è però considerata dall’anima più italiana di Trieste una vera e propria offesa, come d’altronde la minoranza slovena del Carso ha sentito come una intollerabile violazione del proprio spazio vitale l’affissione da parte di Casapound ad Opicina e Bagnoli della Rosandra di alcuni manifesti contro i partigiani “titini”.

In risposta a questo atto, questa sera nel teatro di Bagnoli della Rosandra si terrà un incontro antifascista per la pace, il rispetto e la convivenza al quale sono invitati tutti gli abitanti ma anche coloro che abbracciano i valori dell’antifascismo e della resistenza.

Fa discutere, anche, l’abbandono da parte dei rappresentanti del PD della foiba di Basovizza, come gesto di protesta contro i toni dei discorsi fatti dagli esponenti politici durante la cerimonia.

Oggi il consigliere regionale Claudio Giacomelli (Fratelli di Italia), ha invitato in un post il Pd ad "abbandonare la guerra civile della Storia" alla quale secondo lui sarebbe stata posta la parola fine dal discorso del Presidente Sergio Mattarella, che invece è stato fortemente criticato da coloro che contestano l'utilizzo delle parole "pulizia etnica" e genocidio in riferimento alla storia delle foibe e dell'esodo giuliano- dalmata.

Barbara Costamagna

Foto: Radio Capodistria
Foto: Radio Capodistria