“La nostra vita procede e si sviluppa attraverso l'azione quotidiana di tante persone sconosciute, servitori dello Stato, della nostra comunità, come i due agenti assassinati a Trieste". Il Capo dello Stato Sergio Mattarella, partecipando alla cerimonia per i 180 anni della ferrovia Napoli-Portici, ha nuovamente ricordato Pierluigi Rotta, e Matteo Demenego, i due poliziotti uccisi nella sparatoria di ieri pomeriggio a Trieste.
La città sta tentando di reagire a un’esplosione di violenza a cuoi non è assolutamente abituata, ma oggi è la giornata del lutto cittadino, immediatamente proclamato dal Sindaco: le bandiere sono a mezz’asta e i palazzi istituzionali listati a lutto, molti esercenti hanno abbassato le saracinesche in segno di cordoglio. Poco dopo le 12.00 macchine della Guardia di Finanza e dei carabinieri hanno raggiunto, l’area della sparatoria in segno di solidarietà con la questura.
Fin dal primo mattino centinaia di persone hanno voluto dimostrare la propria partecipazione deponendo fiori, biglietti o semplicemente con la propria presenza. All’esterno molti agenti commossi. In serata sono previste una messa e una fiaccolata di fronte alla questura.
Si cerca intanto di ricostruire la dinamica esatta degli eventi: l’omicida, Alejandro Augusto Stephan Meran, dominicano di 29 anni, attualmente piantonato all’ospedale non ha risposto alle domande dei magistrati. Per lui le accuse sono di omicidio plurimo e tentato omicidio, e i magistrati hanno chiesto la custodia cautelare in carcere.
Rimangono però dei punti ancora non chiari, in particolare come abbia fatto a impadronirsi delle armi: le fondine delle due vittime, da cui Meran era riuscito a estrarre la pistola, sono state sequestrate per verificarne l'integrità, ma non risulterebbero danni tali da comprometterne la funzionalità.
L’assassino poi ha dimostrato una certa dimestichezza nell’uso delle armi, colpendo ben tre persone ed esplodendo un numero molto alto di colpi, fino a 15: una delle pistole è stata trovata con il caricatore vuoto, mentre l’altra aveva il cane già armato.
La madre di Meran intanto ha chiesto perdono alle famiglie delle vittime: “Mi dispiace per quello che ha fatto mio figlio - ha detto -, non c'è nulla che si possa dire per confortare un dolore così”.

Alessandro Martegani

Foto: Rok Omahen
Foto: Rok Omahen