È uno scenario a macchia di leopardo quello del Friuli Venezia Giulia dopo le nuove disposizioni a livello nazionale che impongono l’uso della mascherina dalle 18 alle 6 del mattino in tutti i luoghi all’aperto dove non è possibile mantenere la distanza.
Lo stesso vicegovernatore della regione, Riccardo Riccardi, in uno dei consueti rapporti sull’epidemia, aveva sottolineato come i contagi sui contatti stretti siano in crescita, così come quelli nelle discoteche.
La norma lascia spazio ad ampia discrezionalità, sia da parte dei cittadini sia per le forze dell’ordine, che perlomeno a Trieste per i primi giorni sembrano aver optato per un atteggiamento non repressivo.
Nel fine settimana in città, in particolare nei luoghi dove tradizionalmente si trovano i frequentatori di locali e bar, la sorveglianza nel corso delle serate è stata rafforzata, invitando a usare la mascherina coloro, non molti a dire la verità, che la tenevano abbassata o non l’avevano affatto. Le forze dell’ordine non hanno elevato alcuna sanzione per il mancato rispetto della nuova normativa, a fronte di centinaia di controlli, sugli avventori, ma anche nei locali per verificare il rispetto delle norne di prevenzione e le sanificazioni.
Discorso diverso per gli stabilimenti balneari: il prefetto di Trieste Valerio Valenti aveva chiarito che dalle 18, se non è possibile tenere le distanze, l‘obbligo vale anche per le spiagge, ma di mascherine sul litorale non se ne vedono molte. Un fatto che accomuna un po’ tutte le località balneari della regione: sia a Grado sia a Lignano, anche dopo le 18, non sono in molti a portare la mascherina e a far rispettare gli obblighi nei luoghi affollati, ma anche le regole precedenti, come l’uso della mascherina per i camerieri o i baristi, o la sanificazione sistematica dei tavoli e delle strutture utilizzare dai clienti, la sorveglianza sulla sanificazione delle mani, sono spesso applicate raramente o totalmente dimenticate, nonostante i controlli e le sanzioni, che sono salate. La multa prevista per non aver indossato la mascherina nei luoghi affollati ammonta a 400 euro, e può arrivare ad alcune migliaia o alla chiusura per alcuni giorni per gli esercizi che non rispettano e non fanno rispettare ai clienti le norme anti Covid.

Alessandro Martegani

Foto: EPA
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