Foto: Reuters
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Il Pride di Gorizia e Nova Gorica, in programma a inizio settembre, inanella un altro no da parte italiana. Il Garante regionale per i diritti della persona Paolo Pittaro ha annunciato di non voler concedere il patrocinio alla manifestazione, dopo che anche la giunta comunale goriziana lo aveva rifiutato qualche settimana fa. Secondo il Garante gli organizzatori nel richiederlo avrebbero presentato un manifestato politico, e perciò ha deciso di non sostenere la manifestazione poichè l'associazione sarebbe assimilabile ad un partito politico.

Gli organizzatori hanno espresso la loro perplessità riguardo questa scelta, ricordando la loro natura apartitica, che non implica però il fatto che non possano avere una piattaforma politica, giacché le istanze che vengono avanzate "riguardano l’amministrazione della vita pubblica in un'ottica di inclusività e prevenzione delle discriminazioni".

"Il mancato patrocinio al Fvg Pride del Garante regionale per i diritti della persona è uno smacco allo stesso ruolo istituzionale ricoperto, prima ancora che una scelta con una chiara matrice politica". Queste le parole della consigliera regionale del Movimento 5 Stelle, Ilaria Dal Zovo, che ha parlato anche di controllo politico dell'ufficio del garante; mentre il consigliere di Open Sinistra Fvg Furio Honsell ha legato la scelta al clima generale presente nel paese anche rispetto al dibattito sul ddl Zan.

Secondo il consigliere leghista Antonio Calligaris, il Garante avrebbe invece fatto il suo lavoro non piegandosi all’ideologia e alle pressioni mediatiche svolte da quella che lui ha definito "la solita parte politica”.

Resta, quindi, il fatto che per ora il Pride risulta essere benvenuto solo dalla parte slovena che accoglierà la manifestazione nelle sue strade con il benestare delle istituzioni locali.

Barbara Costamagna