I movimenti contrari al Green pass e ai vaccini continuano a tenere alta la pressione. Oggi a Trieste, teatro sabato scorso di una manifestazione che ha fatto sfilare 10 mila persone lungo le principali vie della città, sono tornati a protestare in piazza Ponterosso un centinaio di lavoratori del mondo della scuola che non accettano l’obbligo di Green pass per accedere agli edifici scolastici.
Anche in questo caso, come è emerso dagli interventi di docenti, non docenti e genitori che contestano la normativa, già in vigore nella scuola a differenza degli altri luoghi di lavoro in cui scatterà a metà ottobre, le posizioni non sono tutte uguali. Si va dai no vax convinti, a chi chiede solo libertà di scelta, fino a coloro che chiedono la possibilità di ottenere tamponi gratuiti, o di sottoporre tutti, docenti, non docenti e studenti, vaccinati o meno, a tamponi salivari regolari. Tutti però sono uniti nella critica al governo e a quella che ritengono “un’imposizione contraria alla Costituzione”.

Fra gli interventi al megafono, oggetto diventato un po’ il simbolo delle proteste dei “pensanti”, come ormai si definiscono gli aderenti a un movimento difficile da definire nella sua linea e composizione, non sono mancate le ormai consuete accuse a giornali e giornalisti, rei, secondo la versione dei manifestanti, di appiattirsi sulla narrazione che sottolinea solo la necessità dei vaccini per superare la pandemia, senza accettare posizioni diverse.
Accanto alle rivendicazioni sulle norme sul Green pass, che, se non rispettate, nella scuola, portano alla sospensione dopo cinque giorni di assenza e all’interruzione dello stipendio, sullo sfondo rimane anche un’insoddisfazione dei lavoratori dell’istruzione in Italia.
Non si è però protestato solo a Trieste: in tutta la penisola è infatti andato in scena anche lo sciopero dei camionisti. Tramite i social, gli aderenti alla protesta hanno deciso di mantenere un’andatura di viaggio di 30 chilometri orari con le quattro frecce accese, per rallentare il traffico, ma l’azione non sembra aver creato eccessivi disagi.
A Roma intanto non cessano le polemiche sull’intervento della vice questore Nunzia Alessandra Schilirò, la poliziotta che ha preso la parola sul palco di piazza San Giovanni, a Roma durante la manifestazione contro il Green pass contestando le norme decise dal governo. L’agente verrà sottoposta a procedimento disciplinare, ma il caso ha diviso anche la politica, con un nuovo affondo di Matteo Salvini contro il Green pass obbligatorio, provvedimento che pur i ministri della Lega hanno votato. “Non era in divisa e ha espresso un'opinione” ha detto il leader della Lega, ma dal mistero dell’interno hanno ricordato come sul palco l’agente sia stata presentata come una “dirigente della Polizia di stato”, creando un danno di immagine e una situazione di imbarazzo alla pubblica amministrazione.

Alessandro Martegani