In attesa di conoscere il destino della regione, che la scorsa settimana gli esperti dell’Istituto Superiore della Sanità avevano definito a rischio moderato ma “con una probabilità elevata di progredire a rischio alto nel prossimo mese”, la Giunta del Friuli Venezia Giulia ha varato, accanto allo screening sugli abitanti di sei comuni ad alto contagio, anche una serie di nuove regole e raccomandazioni per limitare al massimo le possibilità di contagio.
Non si tratta, ha confermato anche lo stesso Presidente della regione, Massimiliano Fedriga, di evitare un passaggio in zona rossa, possibilità in ogni caso “concreta” secondo gli attuali criteri, ma di avere dei risultati sulla riduzione dei contagi e dei ricoveri dopo giornate durissime dal punto di vista dei numeri.
Il testo dell’ordinanza chiarisce alcuni punti, come il consumo di cibo e bevande all’aperto, che sarà vietato in regione in luoghi aperti al pubblico o pubblici vicino agli esercizi di vendita, evitando così che l’unico risultato della chiusura di bar e ristoranti fosse il trasferimento degli assembramenti a pochi metri di distanza, dopo aver acquistato la consumazione da asporto.
Stretta anche sullo sport: sono sospese le attività sportive, compresi gli allenamenti, degli sport di squadra e di contatto: è invece possibile l’attività sportiva e motoria individuale.
La giunta però ha anche inserito una serie di “forti raccomandazioni”, partendo dal principio che non è possibile imporre obblighi in tutti gli aspetti della vita dei cittadini: sono sconsigliati i contatti, a casa o fuori, con persone non conviventi, a meno di situazioni di necessità o lavoro, così come si sconsiglia l’uso dei mezzi pubblici se non assolutamente necessario. Si spinge molto sullo smart working, dove possibile, sia nei pubblico sia nel privato, e in generale si chiede di limitare gli spostamenti allo stretto necessario.
Un approccio che punta a convincere, più che a dare multe, come ha sottolineato la stessa Giunta, che ora attende le decisioni di Roma per sapere come si dovranno vivere le prossime due settimane. La zona rossa imporrebbe nuove restrizioni agli spostamenti, si potrebbe uscire da casa solamente per lavoro o per validi motivi di salute o assistenza, manderebbe in didattica a distanza anche i ragazzi di terza e seconda media, e sancirebbe la chiusura di tutte le attività ritenute non essenziali, con prevedibili reazioni da parte del mondo del commercio, che già non ha assorbito bene le misure dell’area arancione, né l’ordinanza entrata in vigore oggi.
Domani intanto partirà lo screening pianificato per i sei comuni, che però nelle intenzioni della Giunta dovrebbe poi essere via via esteso a tutto il territorio regionale.

Alessandro Martegani.

Foto: MMC RTV SLO/Martegani
Foto: MMC RTV SLO/Martegani