Foto e video che ritraevano bambine mentre subivano violenze di natura sessuale da parte di adulti, diffuse tramite una app di messaggistica.
La rete di diffusione di materiale pedopornografico è stata scoperta dalla Polizia Postale del Friuli Venezia Giulia e del Lazio coordinata dalle Procure di Trieste e Roma.
Le indagini sono partite da alcune segnalazioni di scambio di materiale pedopornografico, avvenuto su “una nota piattaforma di messaggistica istantanea”. Le indagini hanno permesso d’identificare gli utenti che inviavano e ricevevano i video, con immagini di sfruttamento e abusi sessuali da parte di adulti.
Due persone residenti nel Lazio sono state identificate e raggiunte: le abitazioni sono state perquisite trovando “un ingente quantitativo di materiale pedopornografico”. Un cittadino italiano residente a Roma è stato arrestato in flagranza di reato: proprio poche ore prima aveva scaricato gli ultimi file. Un’altra persona è stata denunciata a Viterbo.
Indagini sono ancora in corso sul materiale informatico sottoposto a sequestro, per acquisire ulteriori elementi sulla rete e tutelare i minori coinvolti. ​
La polizia ha anche ricordato come le restrizioni imposte dalla pandemia in questi due anni abbiano comportato un’esplosione dell’utilizzo della rete internet e dei social network, alla quale è corrisposto un esponenziale incremento dei reati commessi con utilizzo degli strumenti informatici: tra i reati che registrano il maggior incremento ci sono purtroppo proprio quelli che coinvolgono minori, vittime di adescamento o abusi sessuali, spesso documentati da fotografie e video pedopornografici che i criminali successivamente vendono, o detengono, utilizzando la rete e i social-network.

Alessandro Martegani