Foto: Reuters
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Questa iniziativa eco-friendly associa lo sport alla sostenibilità, con l’obiettivo di promuovere la difesa ambientale. Il termine “plogging” è nato in Svezia da un’atleta che, stanco di vedere spazzatura ovunque, ha voluto affiancare al normale jogging un’attività green. Questa disciplina definita da molti “ecologica” è piaciuta così tanto da diffondersi in pochi anni in tutto il mondo, diventando un vero e proprio movimento globale. Molto amata anche in Italia, tanto da essersi creato nel 2022 il primo “Giro d’Italia di plogging”, un’idea alla quale diversi gruppi hanno aderito soprattutto per far conoscere a una platea più ampia questa nuova attività sportiva. Come hanno spiegato gli organizzatori “la partecipazione è assolutamente volontaria, gratuita e priva di vincoli, se non quello di organizzare in autonomia la propria tappa e fare il tifo per tutte le altre”.

Quest’anno è stata organizzata la seconda edizione del Giro d’Italia di plogging, la quale comprende 45 tappe e che coinvolgerà più di 50 gruppi. Saranno quindi migliaia le persone che parteciperanno a questa grande iniziativa ambientale che unirà i volontari sul territorio nazionale nel corso di tutto il 2023. Questa edizione ha dedicato delle tappe anche in alcune città del Friuli-Venezia Giulia. A Trieste ha preso parte all’iniziativa anche l’assessore regionale alla Difesa dell’ambiente, Fabio Scoccimarro, il quale ha spiegato che “rappresenta concretamente la consapevolezza dell’importanza di preservare il nostro territorio, perché il problema dei rifiuti abbandonati è un’emergenza che riguarda tutti” e a tal riguardo “la sensibilità dei cittadini è decisamente aumentata”.

B.Ž.