Foto: Reuters
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Il caso risaliva al gennaio scorso, quando un cittadino pachistano, entrato irregolarmente in Italia, aveva denunciato di aver subito dei maltrattamenti da parte della polizia italiana, e soprattutto di essere stato respinto dopo poche ore in Slovenia, senza alcuna documentazione del respingimento, e nonostante avesse manifestato l’intenzione di chiedere la protezione umanitaria internazionale.
La vicenda aveva provocato la reazione della giunta regionale e delle forze dell’ordine, che sostenevano la correttezza delle procedure e negavano ogni abuso, ma anche delle organizzazioni umanitarie, che avevano salutato con favore la decisione di mettere fine ai respingimenti informali verso la Slovenia, che sono tuttora bloccati.
Sul caso c’era stata anche un’ordinanza giudiziaria, ma a mesi di distanza il tribunale di Roma ha accolto il ricorso del Ministero dell'Interno italiano, ritenendo il quadro probatorio “lacunoso” e addirittura insufficiente a dimostrare che il cittadino pachistano, attualmente residente in Italia, “abbia personalmente vissuto gli eventi narrati”: “Non è stata fornita la prova – dice il tribunale - che il migrante abbia personalmente subito un respingimento informale verso la Slovenia”.
La sentenza non entra nel merito della legittimità o meno dei respingimenti informali, limitandosi a mettere in dubbio la credibilità del migrante, ma le reazioni, dopo la sentenza, non sono mancate. “Ci eravamo lasciati – ha detto l'assessore del Friuli Venezia Giulia alla Sicurezza Pierpaolo Roberti - con un pachistano che denunciava maltrattamenti da parte della polizia italiana al limite delle sevizie, i nostri agenti dipinti come dei criminali e l'Italia considerata quale stato canaglia”. “Quattro mesi dopo – ha aggiunto - si scopre che senza ombra di dubbio era tutto incredibilmente falso: chiederemo subito al Governo che si ripristinino subito i respingimenti secondo le modalità adottate fino alle fine dello scorso anno”.
Di segno opposto la posizione delle organizzazioni che si occupano di assistenza e accoglienza ai migranti, che sottolineano come nella sentenza non ci siano elementi di riabilitazione del comportamento della polizia, né con siderazioni sulla legittimità o meno dei respingimenti.

Alessandro Martegani