Foto: ARC
Foto: ARC

Lentamente, ma l’orizzonte si sta liberando sempre di più per gli abitanti di Servola, il quartiere di Trieste che per decenni ha lottato contro l’ingombrante presenza della Ferriera e delle polveri rilasciate dagli impianti dell’area a caldo, chiusi definitivamente un anno fa, dopo una non facile trattativa fra il gruppo Arvedi e la regione.
Lo smantellamento delle strutture sta proseguendo, con qualche disagio, polvere sollevata dai lavori e odori generati dalla demolizione dei forni, ma, come ha ricordato l'assessore regionale alla Difesa dell'ambiente, Fabio Scoccimarro, al termine di un sopralluogo alla Ferriera di Sorvola assieme ai vertici di Arpa, l’agenzia regionale per l’ambiente, si tratta di sacrifici accettabili guardando ai passi in avanti fatti quest’anno.
“Si tratta di inevitabili disagi nel corso di una riconversione così imponente - ha commentato Scoccimarro - che porterà ad avere un sito produttivo 'green': penso che gli abitanti di Servola, in particolare, e di tutta Trieste avrebbero messo la firma per sopportare questo a fronte della riconversione della Ferriera in un sito produttivo sostenibile”.

Foto: ARC
Foto: ARC

Gli elemento inquinanti, come polveri PM10, benzene e benzo(a)pirene, hanno registrato nell’ultimo anno valori in netto miglioramento: la presenza di PM10 nei pressi dello stabilimento è addirittura calata di due terzi e i lavori di smantellamento continuano sotto l’osservazione di Regione e Arpa.
Non si tratta però che dell’inizio della riconversione dell’area, che vedrà da una parte lo sviluppo di nuove strutture, come i piazzali da utilizzare per la movimentazione delle merci sbarcate dalla Piattaforma Logistica Trieste, che sorgerà al posto della cokeria e dell’altoforno, dall’altra il raddoppio del laminatoio ancora di proprietà del gruppo Arvedi, con nuovi reparti di verniciatura e zincatura, che darà lavoro agli operai della dismessa area a caldo.
Lo stesso governo Draghi, firmando il via libera, attraverso il Ministero della Transizione ecologica, alla demolizione dell’ultima parte dell’area a caldo della Ferriera di Servola, ha anche previsto il salvataggio di alcune parti degli impianti, considerati pezzi di archeologia industriale, con la creazione di un Museo.

Alessandro Martegani