Foto: Martegani
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Anche a Trieste, in occasione della festa dell’Immacolata si sono svolte cerimonie e funzioni religiose.
L’evento principale in città è stata “l’Infiorata” alla Stele Mariana di Piazza Garibaldi, la cosiddetta “Madonnina d’oro”, organizzata dal Centro Italiano Femminile e dal Comune di Trieste, e che ha visto la presenza, fra gli altri, del sindaco Roberto Dipiazza e del Prefetto Pietro Signoriello.

Foto: Martegani
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Al termine della cerimonia religiosa, recitata anche in sloveno, ha preso la parola il vescovo del capoluogo giuliano, Enrico Trevisi, che ha incentrato parte del suo intervento sul concetto di accoglienza, intesa sia come accoglienza dell’amore di Dio, sia come consapevolezza e accettazione dei problemi e delle esigenze degli altri, soprattutto all’interno della famiglia, ma anche come impegno per agevolare le difficoltà di altre famiglie come, ha aggiunto, quelle dei lavoratori della Wärtsilä, che attualmente hanno un futuro incerto.
Trevisi ha anche espresso l’auspicio che la Madonna sia d’ispirazione all’accoglienza delle famiglie che giungono da altri paesi, che possano vivere, ha detto, “in una città che sappia capire il loro disagio”.

Foto: Martegani
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Lo stesso Presule a fine ottobre aveva anche fatto visita alle centinaia di migranti che vivono in condizioni insostenibili all’interno del Silos, nel centro di Trieste, e per i quali nessuno sembra poter al momento fare qualcosa: “Io penso - ha detto al termine della cerimonia - che anche qui ci troviamo di fronte a un qualche cosa che ci interpella tutti. Pensare che ci sono tante persone fuori, al freddo, e con il rischio che adesso arrivi un freddo ancora più consistente, a me non lascia tranquillo, e allora quello che chiedo a tutti è un sussulto di umanità.”

Quello che chiedo a tutti è un sussulto di umanità

Enrico Trevisi

Non sta a me poi esprimere giudizi – ha aggiunto -, ma dico proviamoci tutti a vedere. Certamente il problema non può ricadere solo su Trieste: c'è bisogno di maggiori trasferimenti in altre città, perché abbiamo già tanti dormitori e già per l'accoglienza ci stiamo spendendo, sia come chiesa sia come comunità civile con tanti volontari generosissimi. È evidente però che il problema va affrontato e possiamo restare spettatori di questa tragedia”.

Alessandro Martegani