L'aula del Consiglio regionale del FVG (Foto: ACON)
L'aula del Consiglio regionale del FVG (Foto: ACON)

La delusione delle minoranze linguistiche per la decisione della Commissione europea di non dare seguito al Minority SafePack, l’iniziativa popolare europea che chiedeva l’adozione di una legge per la tutela delle lingue minoritarie in Europa, è esplosa anche in Friuli Venezia Giulia.
25 consiglieri regionali hanno sottoscritto una mozione di censura contro la contestata decisione della Commissione: un fronte assolutamente trasversale, in una regione che vede la presenza di ben tre differenti comunità linguistiche.
Il testo, già sottoscritto da 25 consiglieri, esprime “profonda insoddisfazione e delusione per il fatto che la Commissione europea si sia rifiutata di agire in risposta alle proposte contenute nella Minority SafePack Initiative e che, così facendo, abbia evaso un dibattito democratico sulla necessità di implementare nuove leggi e politiche nel Parlamento europeo”. Il testo chiede alla Giunta d’intervenire a Bruxelles.
Diego Bernardis, consigliere della Lega e primo firmatario, ha ricordato come più di un milione di cittadini europei provenienti da 11 Paesi, oltre che assemblee nazionali e regionali e lo stesso Parlamento europeo, avessero espresso sostegno al Minority SafePack, e come la Commissione europea “abbia negato la difesa dei diritti di oltre 50 milioni di individui che appartengono a comunità nazionali minoritarie e a realtà identitarie che esistono in Europa da centinaia, e a volte migliaia, di anni”. Bernardis ha definito l’atteggiamento della Commissione “inaccettabile” poiché, ha detto, “danneggia ed espone al pericolo diverse minoranze identitarie e linguistiche europee, fra le quali certamente anche il friulano”.
Sulla stessa linea anche i consiglieri regionali del Patto per l'Autonomia, Massimo Moretuzzo e Giampaolo Bidoli, secondo i quali “il mancato accoglimento delle richieste contenute nel Minority SafePack è un atto gravissimo della Commissione europea, che ha ritenuto sufficienti le misure politiche già esistenti, nonostante abbia ribadito più volte che l'inclusione e il rispetto della ricca diversità culturale e linguistica dell'Europa siano una delle sue priorità”. Si tratta della quinta iniziativa con un importante sostegno popolare a essere respinta dalla Commissione, hanno aggiunto, che “allontana in tal modo i legislatori dai cittadini che rappresentano”.
“La scelta della Commissione europea – ha aggiunto il capogruppo del Pd in Consiglio regionale, Diego Moretti – ci preoccupa, perché pone un freno a una maggiore tutela delle minoranze linguistiche che portano anche maggiore ricchezza sociale e culturale all'Europa”.
E sul tema è intervenuta anche l’Agenzia Regionale per la lingua friulana: il presidente Eros Cisilino ha sottolineato come la Commissione abbia lasciato “un milione di cittadini inascoltati e la Carta dei diritti fondamentali, che prevede l'obbligo di rispettare e promuovere i diritti di minoranze, inapplicata”, sollevando anche le critiche da parte del Network europeo delle minoranze, che, ha aggiunto, si è schierato “a difesa dei diritti delle lingue minoritarie invitando la Commissione a riconsiderare la sua posizione”.

Alessandro Martegani