Dopo la stretta ai fondi per l'accoglienza, voluta dal Governo italiano, il bando di concorso a Trieste, ma anche in altre città italiane, è andato deserto. Ormai da mesi gli enti che si occupavano appunto di accogliere i richiedenti asilo avevano segnalato l'impossibilità di continuare l'attività alle condizioni economiche decise dal Ministero dell'Interno, visto che i tagli impediscono di fornire un servizio adeguato, perlomeno stando alle dichiarazioni dei responsabili delle due organizzazioni giuliane. Una situazione che ora vedrà intervenire direttamente la Prefettura di Trieste, visto che sono scaduti i termini dell'ultimo bando, andato deserto, portando inevitabilmente all'annunciata negoziazione tra la Prefettura da una parte ed Ics e Caritas dall'altra, che potrebbe portare all'affidamento diretto dell'accoglienza alle due istituzioni che se ne sono finora occupate.
Una problematica, questa del bando, che ormai va avanti da mesi e che rischia di avere un grave impatto sul capoluogo giuliano, mettendo a rischio il lavoro di 200 persone, per la maggior parte giovani, che hanno acquisito negli anni la necessaria esperienza per gestire le dinamiche e le problematiche riguardanti i richiedenti asilo, in un momento come quello attuale che vede arrivi quotidiani a Trieste, visto che dopo le chiusure dei porti sono meno frequenti gli arrivi via mare ma molto più numerosi quelli via terra, attraverso la rotta balcanica. Argomentazioni che già qualche mese fa Ics e Caritas avevano presentato, supportate da numeri precisi, in una conferenza stampa in cui si spiegava che nei primi 4 mesi del 2019 gli arrivi erano triplicati rispetto lo stesso lasso di tempo del 2018.
Ora si attende quindi la trattativa con la Prefettura per capire come procedere con i posti di lavoro in ballo. Pare sicuro un ridimensionamento del numero di operatori da parte dell'Ics ma probabilmente non ci sarà il paventato licenziamento collettivo che avrebbe causato delle serie difficoltà non solo ai lavoratori dell'ente, ma a tutta la città.
Davide Fifaco

Foto: Radio Capodistria/Davide Fifaco
Foto: Radio Capodistria/Davide Fifaco