Come ormai noto a tutti gli assembramenti e le manifestazioni pubbliche sono vietati dalle norme anti Coronavirus. Per questo motivo quest'anno in tutta Italia non ci sono state le tradizionali manifestazioni del Primo Maggio, la Festa del Lavoro. Evento che a Trieste da sempre è legato a polemiche perché immancabilmente durante il corteo sfilano anche bandiere della Jugoslavia. Quest'anno invece i contrasti sono nati a causa della manifestazione non autorizzata che si è svolta in Campo San Giacomo, a cui ha aderito un centinaio di persone. Già negli scorsi giorni la rete “Trieste antifascista-antirazzista” sui social aveva invitato a manifestare il Primo Maggio scendendo in strada “in maniera visibile ma sicura, mantenendo il distanziamento sociale con cartelli e bandiere e le immancabili mascherine”. La manifestazione di protesta era indirizzata contro il governo e Confindustria che, secondo gli organizzatori, “hanno cercato di tenere aperte più attività possibili, facendo dilagare la pandemia ed hanno perfino pensato di impedire i numerosi scioperi per la sicurezza. Ne emerge un accordo dove però per un'azienda è bastato autodichiararsi essenziale per rimanere aperta”. Visto l'assembramento che si stava formando è stato richiesto, probabilmente da alcuni residenti vicini alla piazza, l'intervento delle forze dell'ordine. Le tensioni sono poi nate quando alcuni manifestanti si sono riuniti per esporre uno striscione, creando un assembramento per il quale è intervenuta la Polizia, situazione da cui sono scaturiti alcuni disordini, durati alcuni minuti. Anche in piazza della Borsa c'è stato un tentativo di manifestare, ma le persone presenti sono state multate dalle forze dell'ordine.
Il sindacato di Polizia ha inviato un nota in cui sottolinea che "le Forze di Polizia sono state costrette ad operare sugli antagonisti senza poter garantire le distanze di sicurezza previste dalle normative vigenti, con un aumento insensato del rischio di contagio". La nota poi si scaglia contro i motivi per cui “a questi gruppi è concesso manifestare liberamente" mentre il funerale di Stato "al nostro povero collega caduto nell’adempimento del dovere a Napoli in questi giorni non viene concesso".

Davide Fifaco

Foto d'archivio
Foto d'archivio