“Nessuno vuole sottrarsi alla lotta al Covid 19, ma non con queste misure, che tagliano le gambe a interi settori del paese senza alcuna garanzia di un reale effetto sulla riduzione dei contagi”.
Dopo una serata di passione e di manifestazioni di piazza, con disordini che hanno immediatamente condannato, Massimiliano Fedriga e Roberto Dipiazza, presidente della regione e sindaco di Trieste, hanno espresso, accanto ad altri sindaci della regione, tutta la propria insoddisfazione per il blocco alle attività di ristorazione e ricreative alle 18, imposto dall’ultimo decreto del governo.
Prima del decreto, ha detto Fedriga, “avevamo proposto all’esecutivo un altro approccio, che permetteva di prendere misure mirate dove era necessario, ma nonostante questo Roma è andata in un’atra direzione”. Si tratta di misure che colpiscono solo alcuni settori, che si erano impegnati per rispettare le norme, ha continuato, e che fra l’altro “non garantiscono affatto di ottenere il risultato. Anche in altri paesi la limitazione alle attività in alcuni orari ha ottenuto pochi o nessun risultato”. “Io non penso - ha detto il governatore - che ci siano attività più o meno importanti di altre, che chi lavora in una palestra o una cucina, sia meno importante di chi fa altri tipi di lavoro. Se il problema era bloccare assembramenti e circolazione dopo le 18 poi, non si capisce perché altre attività debbano rimanere aperte.”

Da Fedriga, che proporrà, accanto agli altri governatori delle regioni italiane, soluzioni diverse, è giunto anche un appello al governo a lavorare al fianco della regione nella lotta alla pandemia: “Perché qui – ha detto – non c'è qualcuno che vince o che perde, se perdiamo questa battaglia perdiamo tutti, e rischiamo che quando finirà questo periodo difficile non ritroviamo più paese, o meglio ne ritroviamo solo le macerie”.
Soprattutto però Fedriga, pur non giustificando in alcun modo gli eccessi e le violenze nelle manifestazioni organizzate nel paese, ha sottolineato come ogni provvedimento debba guardare anche a non interrompere il rapporto di fiducia con i cittadini, e non debba sembrare inutilmente punitivo, per non alimentare l’insoddisfazione di categorie già fortemente colpite in passato.

In merito a eventuali ordinanze il governatore ha spiegato come questi atti sarebbero impugnati dal Governo e quindi una scelta di questo tipo "rischierebbe di generare solo delle illusioni, quando invece il nostro obiettivo è quello di dare alle persone che ce lo chiedono delle risposte concrete". "Vogliamo collaborare con il Governo, - ha aggiunto - ma il Governo ascolti i territori".
Anche Roberto Dipiazza, criticato dall’opposizione per aver partecipato alla manifestazione di Trieste ed espresso chiaramente il proprio dissenso con il decreto, ha sottolineato come le chiusure dopo le 18 mettano in ginocchio interi settori commerciali, che non vogliono sussidi ma solo lavorare. Un provvedimento giunto, ha spiegato dopo una settimana in cui il comune aveva incontrato le categorie trovando le soluzioni adatte per evitare gli assembramenti, ma proseguendo le attività.

Alessandro Martegani

Foto: MMC RTV SLO
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