Foto: BoBo
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È la fine di un lungo percorso, ma soprattutto un nuovo inizio per la comunità slovena in Friuli Venezia Giulia: il via libera da parte del Consiglio dei Ministri italiano al passaggio alla comunità slovena del Narodni dom, la Casa della cultura, sede polifunzionale delle organizzazioni degli sloveni di Trieste incendiata dai fascisti il 13 luglio 1920, e poi passato allo Stato, chiude in iter che aveva ricevuto un’accelerazione dopo la visita di Sergio Mattarella e Borut Pahor ai luoghi della memoria, ma apre soprattutto una nuova fase di opportunità e impegno per la comunità slovena in Regione.
La senatrice Tatjana Rojc, annunciando l'approvazione del decreto che formalizza il trasferimento della proprietà dello storico edificio alla Fondazione Narodni dom, ha espresso “Grande soddisfazione” ricordando come si tratti di “un simbolo della presenza storica degli sloveni a Trieste e del contributo alla crescita economica, culturale e civile della città”, ringraziando in modo particolare il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, “vero nume tutelare di questa lungimirante operazione e fautore di riconciliazione e armonia”, e il presidente Borut Pahor.
Ora però viene la parte più complessa: il passaggio e la gestione della struttura, attualmente occupata dall'università di Trieste: “Più che la fine di un percorso – dice la presidente dell'SKGZ Ksenija Dobrila – si tratta di un inizio. Siamo molto felici ovviamente, perché il primo step dell'accordo firmato l'anno scorso, in presenza dei due presidenti Mattarella e Pahor si è realizzato. È la base per poter poi procedere effettivamente al ritorno del Narodni Dom alla comunità slovena sia dal punto di vista legale, sia come progetto di vita della comunità slovena di Trieste e di tutto il Friuli Venezia Giulia”
Quali saranno le funzioni di questa grande struttura?
Il progetto è quello di un edificio polifunzionale, come lo volevano già i padri fondatori, dove ci saranno le sedi delle nostre organizzazioni, ma con attività non di tipo prettamente d'ufficio soprattutto culturali, editoriali, d’incontro, aperte a tutta la comunità. Ci piacerebbe pensare anche a un incontro con le altre comunità di Trieste, quelle di minoranza, e con la comunità italiana”.
Quando sarà possibile vedere la struttura operativa così come ve la immaginate?
"I tempi dipendono direttamente e indirettamente dalla nuova disposizione legislativa: la legge sarà operativa tra due mesi, entro tre mesi bisogna concordare il passaggio di proprietà e le condizioni di utilizzo da parte dell'università, che continuerà ad operare nell’edificio finché non sarà pronta la nuova sede. Il legislatore è stato molto accurato e ha pensato anche all'aspetto finanziario: all'università verranno assegnati ben 30 milioni da qui dal 2022 fino al 2031, e questa data, il 2031 mi lascia pensare. Speriamo che si realizzi tutto quanto prima: le basi finanziarie e anche legislative ci sono, ora basta la volontà e che non ci siano troppi intoppi di carattere burocratico”.

Alessandro Martegani