La sede di Palazzo Tonello, a Trieste, ha visto nascere l'accordo tra l'Unione degli Istriani e la Comunità degli Italiani del Montenegro. I presidenti delle due realtà, hanno controfirmato il documento. Alla cerimonia erano presenti molti rappresentanti istituzionali, tra i quali la Senatrice italiana Tatjana Rojc, il consigliere regionale del Friuli Venezia-Giulia, Danilo Slokar, ma anche Ettore Beggiato, il padre della legge regionale del Veneto, risalente al 1994, sulla tutela del patrimonio culturale di origine veneta in Istria e Dalmazia.

Un accordo importante, quello sottoscritto tra l'Unione degli Istriani e la Comunità degli Italiani del Montenegro, una realtà “giovane”, nata nel 2004, che a Trieste ha visto il presidente Alexander Dender siglare un protocollo d'intesa, appunto con il presidente dell'Unione degli Istriani, Massimiliano Lacota. Di fatto nasce così una collaborazione tra le due realtà, che porterà soprattutto a scambi di tipo culturale, come possiamo sentire dalle parole del presidente Lacota: “apre una serie di aspettative che per l'Unione degli Istriani sono strategiche. Un partenariato forte che possa portare innanzitutto a degli scambi culturali, questo ci interessa particolarmente. Quindi conoscere ed approfondire la realtà del Montenegro, della costa montenegrina, naturalmente e far conoscere la nostra realtà a coloro che appartengono alla Comunità italiana montenegrina".
Realtà che, come abbiamo sentito, organizza molti eventi culturali e sta facendo molto per salvaguardare, ma anche per promuovere, proprio la cultura italiana e la lingua italiana.
Lacota: "Sì, sono attività interessanti che ho avuto modo di vedere in prima persona. Recentemente, un mese fa, sono stato invitato alla settimana conclusiva della cultura italiana, alle fasi finali di questa settimana culturale ed ho approfondito, anche attraverso una serie di sopralluoghi che ho fatto, l'importanza di queste attività. Comunità naturalmente piccola, con numeri risicati, che però utilizza bene, credo, almeno da quello che ho visto, tutti i finanziamenti che vengono erogati e questo è positivo".
L'Unione degli Istriani come aiuterà ed interagirà con questa nuova realtà?
Lacota: "L'accordo che abbiamo sottoscritto prevede molte possibilità. Adesso vedremo assieme, dal prossimo mese di novembre, per il 2020, di partire con le attività più importanti e quelle che naturalmente trovano immediata esecuzione. Ma ripeto, sicuramente gli scambi culturali, quindi la conoscenza del territorio, della geografia, della storia, della cultura in generale, di quei territori, per noi è un aspetto fondamentale".
La realtà montenegrina forse è lontana geograficamente ma più vicina, se vogliamo, ideologicamente. Lei ha spiegato che l'Unione degli Istriani ha trovato più facilità a collaborare con loro, a sottoscrivere accordi con loro, rispetto all'Unione Italiana in Istria, con cui invece fate difficoltà a trovare accordi di collaborazione.
Lacota: "Non le nascondo che con il presidente Maurizio Tremul, da parte mia, abbiamo cercato più volte di stringere qualche accordo, ma non è stato possibile per tutta una serie di ragioni, in parte dipendenti dalla nostra volontà; è chiaro che con il Montenegro non c'è l'implicazione storica e di responsabilità politica che aveva invece l'Unione Italiana dal '45 in poi e che non vuole ancora riconoscere. Inoltre quella del Montenegro è nata molto recentemente. E questo sicuramente ha facilitato. Ma anche l'interesse che abbiamo visto e che si è concretizzato, in poche settimane da parte degli italiani del Montenegro".
Ci sono i margini per ricucire questo strappo e riuscire a trovare una collaborazione con le realtà vicine?
Lacota: "Ma guardi, le realtà vicine sarebbero veramente, come dire, coloro che dovrebbero favorire un riavvicinamento. Noi abbiamo detto, l'ho ribadito più volte, anche in diversi interventi pubblici, c'è un qualche cosa da superare, ovvero il riconoscimento, da parte dell'Unione Italiana, che la vecchia Unione degli italiani dell'Istria e di Fiume aveva delle corresponsabilità nell'esodo. Io vedo che questo è ancora molto difficile da riconoscere, ma senza questo passo in avanti, evidentemente, mancano molte basi, per poter trovare un qualsiasi accordo scritto, di seria e serena collaborazione".
Negli ultimi anni sono stati tanti i momenti di avvicinamento sulla questione dell'esodo, come ad esempio la presentazione del film su Norma Cossetto e le tragedie delle foibe. Sono diventati argomenti di cui si parla e magari si riuscirà ad andare oltre a queste divisioni.
Lacota: "Certamente più il tempo passa più diventa facile, questo è vero, perché tutte le animosità e tutte le spigolature, in qualche modo, diventano meno importanti e quindi si può fare. Però, ripeto, c'è questo aspetto fondamentale e sostanziale che deve essere superato".

Davide Fifaco

Foto: Radio Capodistria/Fifaco
Foto: Radio Capodistria/Fifaco