Foto: RTV SLO
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Come riporta il Primorski dnevnik il Ministero della salute italiano ha emesso un'ordinanza con la quale viene revocato l'obbligo di esibire un certificato Covid negativo all'entrata in Italia. La norma prevede che si possano varcare i confini senza certificato per un periodo di 24 ore e ad una distanza massima di 60 km dalla propria residenza.
Ciò implica che gli abitanti della fascia del Friuli Venezia Giulia confinante con la Slovenia possono visitare l'immediata zona oltreconfine, arrivando anche fino alla Croazia, senza dover fare il test per il rientro, e che i residenti del Litorale sloveno possono recarsi nel vicino Paese, come detto, per al massimo 24 ore. Il passaggio resta ovviamente precluso ai malati di Covid e coloro che mostrano sintomi di malattia.

L'atto del minstero della salute di fatto abroga, per chi vive a ridosso del confine ed effettua spostamenti in giornata, parte dell'articolo 2 della precedente ordinanza del 14 maggio, che prevedeva l'obbligo di tampone per tutti, vaccinati o meno, e che rimane in vigore per chi entra in Italia venendo da lontano o essendo rimasto fuori confine per più di 24 ore. Resta però in vigore per tutti l'articolo 3, che impone a chi entra in Italia di compilare il "passenger location form", il modulo on line che però può essere sostituito da un'autodichiarazione cartacea se non si ha la possibilità di accedere a un dispositivo informatico.

Si concretizza quindi la richiesta avanzata nei giorni scorsi,fra gli altri, da un gruppo di parlamentari del Pd che avevano scritto una lettera al ministro della Salute, Roberto Speranza, chiedendo d'istituire una fascia di 30 chilomentri di libero transito lungo il confine. La lettera era stata sottoscritta dalle presidenti dei gruppi di Senato e Camera Simona Malpezzi e Debora Serracchiani, e dai senatori Alessandro Alfieri e Tatjana Rojc. "La deroga all'obbligo di test molecolare o antigenico nelle aree confinarie era molto attesa in Friuli Venezia Giulia e in altre Regioni e Province autonome, ed è arrivata. - ha detto Debora Serracchiani -: il Pd aveva sollevato questo problema direttamente al ministro, che è venuto incontro a esigenze reali di popolazioni che stavano incontrando gravi ostacoli alla mobilità transfrontaliera, segnalati subito dai senatori Alfieri e Rojc. Procediamo su una linea di buon senso e progressiva apertura, senza slogan e senza rinunciare alla prudenza".

“Un grande risultato - ha commentato anche Simone Billi, deputato della Lega eletto nella Circoscrizione Estero - Europa che aveva seguito la vicenda - se consideriamo che in questa fascia è compresa anche la Slovenia dove risiedono numerossimi Italiani". (red)