Un intervento misurato del Presidente dell’assemblea, Piero Mauro Zanin nel celebrare il Giorno del Ricordo, e tensioni nella discussione della legge che prevede “interventi volti alla conoscenza, alla diffusione e al ricordo del dramma delle foibe e dell’esodo istriano-fiumano-dalmata”.
La tragedia delle Foibe e l’esodo sono state il tema centrale della giornata del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, aperto proprio da una celebrazione del Giorno del Ricordo. Il Presidente dell’assemblea, Piero Mauro Zanin, ha sottolineato come “la legge del 2004, che ha istituito il giorno del ricordo, abbia rappresentato, con colpevole ritardo, la consapevolezza civile della tragedia che colpì gli italiani delle terre che il trattato di pace di Parigi aveva riconosciuto alla sovranità jugoslava”.
Manca però ancora una memoria europea condivisa, e la strada per arrivarci, ha concluso, è “l’integrazione europea che ha rafforzato le relazioni con Slovenia e Croazia”, ma anche “le relazioni con “più di 50 comunità d’italiani che risiedono in Istria, Fiume e Dalmazia e continuano tenere viva la cultura e la lingua italiana in quelle aree”.
Presente alla cerimonia anche il Presidente della Regione Massimiliano Fedriga, che ha sottolineato come le celebrazioni non siano “solo un ricordo degli italiani massacrati dalla violenza del Comunismo Titino, ma anche di tutti gli sloveni e i croati massacrati perché non erano allineati al regime. Dobbiamo – ha aggiunto - tornare verso quella memoria condivisa dove purtroppo la condivisione è anche le vittime: chi strumentalmente invece vuole negare o ridurre quanto è successo sul confine orientale non fa né il bene degli italiani né tantomeno degli sloveni e dei croati”.
Le parole del presidente Zanin sono state apprezzate anche dal vicepresidente del Consiglio regionale ed esponete del Pd Francesco Russo, che ha definito il discorso “molto equilibrato e molto attento”. “In queste giornate – ha aggiunto -, vale per oggi così come per la Giornata della Memoria, è importante lavorare per dare alle nuove generazioni il senso di ciò che è successo e che non deve più succedere, non sono occasioni in cui riaprire antiche ferite. Qualcuno strumentalmente ci prova, ma dobbiamo dire che la verità storica va affidata agli storici, e che non si può strumentalizzare quello che è successo”.
Le tensioni e le differenti visioni sono però emerse nel corso della discussione della legge sugli “interventi volti alla conoscenza, alla diffusione e al ricordo del dramma delle foibe e dell’esodo istriano-fiumano-dalmata”, proposta dal centro destra. La legge è stata approvata ma non sono mancate le polemiche sulle valutazioni espresse nel corso del dibattito sulla portata e sull’interpretazione della tragedia delle foibe.
Una tensione che è rimasta anche in occasione della discussione di tre mozioni, “Confini sicuri e ingressi controllati”, “Sospensione del codice frontiere Schengen per il confine nord-orientale”, “Controlli al confine tra Italia e Slovenia”, che puntano a un giro di vite sul controllo e sugli arrivi di migranti attraverso i confini della regione.


Alessandro Martegani


Foto: MMC RTV SLO/Montenero
Foto: MMC RTV SLO/Montenero