Le otto ore di sciopero dei lavoratori della Wartsila, con un presidio in piazza unità giungeranno a 48 ore dal via libera del Parlamento italiano all’adesione della Finlandia alla Nato.
Dopo l’indisponibilità da parte del gruppo finlandese a continuare la produzione a Bagnoli della Rosandra, e la conferma del trasferimento nel nuovo impianto di Vaasa, realizzato in parte con i fondi del governo di Helsinki, sia il ministro Giancarlo Giorgetti, sia il presidente della giunta regionale Massimiliano Fedriga, avevano chiesto che la vicenda diventasse un tema di confronto fra i due governi e, nonostante il via libera all’ingresso nella Nato, gli ordini del giorno approvati dopo il voto sembrano andare in questa direzione.

Anche il governo italiano ha infatti dato parere favorevole all’ordine del giorno, che vede come prima firmataria la presidente del gruppo Pd alla Camera, Debora Serracchiani. Il testo riconosce che la produzione di Trieste ha un valore strategico nazionale, e la vertenza va quindi gestita direttamente dai due governi. L’addio alla produzione a Bagnoli della Rosandra, oltre lasciare senza lavoro 450 dipendenti oltre a quelli dell’indotto, rappresenta inoltre un altro colpo alla presenza industriale nell’area del capoluogo giuliano.
L’ordine del giorno impegna l’esecutivo a “valutare l’opportunità di individuare ogni iniziativa idonea a garantire la continuità produttiva dell’impresa Wartsila e tutelare i lavoratori coinvolti, in considerazione della strategicità del settore”.
Anche i deputati della Lega Aurelia Bubisutti, Massimiliano Panizzut e Daniele Moschioni, hanno presentato un documento in cui si chiede di fare “tutto il possibile affinché la multinazionale Wartsila mantenga la produzione nel sito di San Dorligo della Valle e comunque in Italia”.
Ora la parola passa alla diplomazia, ma rimane da vedere quale atteggiamento avrà il governo finlandese, che ha finanziato direttamente con cento milioni a fondo perduto il nuovo impianto di Vaasa, e sembra sostenere le scelte della dirigenza del gruppo Wartsila.

Alessandro Martegani