Foto: Radio Capodistria
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A Palazzo Pretorio di Capodistria l'Associazione Tigr per il Litorale - Unità regionale per l'Istria slovena, in collaborazione con il Centro di Ricerche Scientifiche di Capodistria e il Centro Italiano Carlo Combi, ha proposto, attraverso le esposizioni dense ed essenziali del Professor Salvator Žitko e di Kristjan Knez, uno sguardo approfondito sulle condizioni sociali, economiche e politiche sempre più precarie dei primi anni del 900, sull'ascesa del fascismo in Istria e sulla successiva nascita dell'antifascismo militante e della Resistenza.

Il Professor Žitko del Centro di Ricerche Scientifiche di Capodistria ha presentato l'opera e l'azione di Božo Natale Kolarič, nato alla fine del 1908 a Santa Barbara, nei pressi di Muggia. Costretto a lavorare fin dall'infanzia a causa delle difficili condizioni familiari ed entrato giovanissimo nel movimento comunista, Kolarič ha svolto un'intensa opera di propaganda tra le masse contadine slovene a Trieste, Muggia e nei centri vicini dell'Alta Istria. "Il suo contributo è stato indubbiamente molto importante. Fin da giovane, si è unito al movimento comunista e ha svolto un'intensa opera di propaganda tra le masse contadine slovene a Trieste, Muggia e nei centri vicini dell'Alta Istria. Ha mantenuto contatti con il leader del partito a Parigi, dove si è recato ben due volte, frequentando anche una scuola clandestina con precisi compiti e determinati progetti da portare a termine nella sua missione nel territorio della Venezia Giulia, soprattutto in Istria. Purtroppo, ha condiviso il destino di molti suoi compagni: nel luglio del 1932 è stato arrestato e deferito al Tribunale speciale. Condannato a 12 anni di carcere, ha scontato 5 anni a Civitavecchia e è stato poi inviato al confino a Ponza. Dopo il crollo del fascismo nel 1943, è tornato in Istria e si è attivamente impegnato nella resistenza contro i tedeschi con il movimento partigiano. Tuttavia, è stato nuovamente catturato nel 1944, inviato alla Risiera di San Saba e ucciso insieme ad altre decine di partigiani italiani, croati e sloveni."

Foto: Radio Capodistria
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Kristjan Knez, del Centro Italiano Carlo Combi, ha concordato sul fatto che, a livello storiografico, è giunto finalmente il momento di ragionare in termini storici e con documentazione riguardo agli eventi che hanno segnato la storia delle terre locali. Il suo intervento ha riguardato l'opera del noto esponente socialista e maestro piranese Antonio Sema. "Antonio Sema è stata una personalità importante ma a lungo dimenticata. Abbiamo avuto la fortuna, nei primi anni '90, di intitolargli una scuola, il ginnasio di Pirano, radicando almeno il suo nome. Tuttavia, manca la consapevolezza di chi fosse realmente come personalità politica e dell'azione da lui svolta. Il peso del secondo dopoguerra e l'influenza della cronaca sulla politica hanno pesato molto sulla sua storia. Oggi, credo che possiamo parlare pacatamente e documentatamente di questa figura importante, purtroppo scomparsa giovane. Antonio Sema ha avuto una vita tribolata e è morto a meno di 60 anni. Possiamo identificarlo come colui che, insieme ad altri naturalmente, ha indicato la necessità di fondare a Pirano una scuola media. L'idea fu sviluppata durante la Seconda guerra mondiale, e con l'anno scolastico 1945/46, quella scuola aprì i battenti per volontà di tutta la cittadinanza e di tutte le forze politiche. È forse l'aspetto più concreto e tangibile del suo operato, poiché il ginnasio Antonio Sema è ancora attivo sul territorio ed è una presenza importante dal punto di vista dell'istruzione e culturale."

Corrado Cimador

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