Alexei Navalny Foto: EPA
Alexei Navalny Foto: EPA

Le proteste sono state organizzate in vista dell'insediamento al Cremlino di Vladimir Putin per il suo quarto mandato presidenziale. Gli arrestati - secondo l'organizzazione non governativa OVD-info - sarebbero stati maltrattati dagli agenti della polizia, numerosi sono rimasti lievemente feriti.

Nella capitale, Mosca, un gruppo di nazionalisti pro-Cremlino del "Movimento di liberazione popolare" si è schierato in mezzo ai manifestanti. I due gruppi si sono sfidati a colpi di slogan. "Putin. Patria. Libertà", urlavano i nazionalisti. "Russia senza Putin", scandivano in coro i dissidenti, molto più numerosi.

L'oppositore, Alexei Navalny, a cui è stato proibito partecipare alla corsa alla presidenza lo scorso 19 marzo, ha invitato i cittadini russi a protestare contro l'inaugurazione del nuovo mandato del presidente Putin. Le manifestazioni erano state programmate in 90 località di tutto il paese, ma nella maggior parte delle città sono poi state proibite.

Durante l'arresto di Navalny i suoi sostenitori gridavano "vergogna" in ucraino, il famoso slogan delle manifestazioni di protesta di Kiev del 2014. Per sedare le intemperanze causate dalla folla, la polizia ha ripetutamente intimato ai manifestanti di disperdersi, altrimenti sarebbe ricorsa alle maniere forti.

Nei giorni scorsi, le forze dell'ordine si erano messe in azione per debellare la protesta arrestando sostenitori di Navalny in tutto il paese.