Foto: MMC RTV SLO
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"Non possiamo immaginare l'Ucraina senza la Crimea. E dal momento che la Crimea è sotto occupazione russa, significa solo una cosa: la guerra non è ancora finita". La situazione del conflitto ucraino è racchiusa in questa affermazione che il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha rilasciato in un'intervista alla Cnn che sarà trasmessa mercoledì, ma di cui sono state pubblicate alcune anticipazioni. Se gli auspici della controffensiva ucraina erano di riconoquistare territorio sul campo, in attesa di risultati concreti Zelensky ha deciso di rilanciare sul piano della comunicazione.
Alla domanda se, nelle idee di Kiev, esista uno scenario in cui possa esserci la pace senza la riconquista della Crimea, Zelensky ha risposto che "allora non sarà vittoria". Una linea di pensiero comune e condivisa per la leadership ucraina, come dimostrano anche le dichiarazioni del consigliere presidenziale, Mykhailo Podolyak, che ai microfoni della RAI ha affermato che l'esito della guerra non potrà essere diverso da una sconfitta schiacciante di Mosca, anche perché, sempre secondo Podolyak, la morte del presidente russo, Vladimir Putin, è "prevedibile" così come la sua "perdita di potere".
Ma sul campo di battaglia la situazione è molto più complessa e articolata. Secondo il presidente del Comitato militare della Nato, l'ammiraglio olandese Rob Bauer, le forze armate russe sono indebolite, ma non sconfitte, e inoltre non deve esserne mai sottovalutata la capacità di riprendersi, motivo per il quale l'organizzazione nord-atlantica continuerà a considerarli una seria minaccia in mare, in aria, nello spazio e soprattutto nel nucleare, dove sono ancora "molto, molto capaci", ha affermato Bauer. E il falco del Cremlino ed ex presidente Dimitry Medvedev non ha esitato a cavalcare l'onda. Su Telegram il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo ha dichiarato che "un'apocalisse nucleare non è solo possibile, ma anche abbastanza probabile, perché il mondo è in uno scontro molto peggiore rispetto alla crisi di Cuba e non esiste più il tabù atomica". Insomma, il conflitto è sempre più in una fase di stallo.
Valerio Fabbri